Il Veneto annaspa per la seconda ondata Covid ma Zaia si tiene stretta la zona gialla
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Il Veneto annaspa per la seconda ondata Covid ma Zaia si tiene stretta la zona gialla

Indiscutibile l'impegno della Regione per far fronte alla pandemia ma la tragica situazione lascia delle perplessità.

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Chiara D'Ambros Modifica articolo

14 Dicembre 2020 - 20.09


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Il nord est della penisola sta soffrendo più di altre regioni in questa seconda ondata.
In queste pagine più volte è stata sottolineata l’imperturbabile permanenza del colore giallo in Veneto, mentre il numero dei contagi ha continuato a crescere assieme a quello dei decessi Proprio ieri il governatore della regione ha sottolineato che il colore sia stato deciso dal governo, demandando ogni responsabilità, per buona pace dell’autonomia tanto rivendicata, e rievocando un tragico rimpallo, già visto.
Indiscutibile l’impegno della Regione per far fronte alla pandemia ma la tragica situazione lascia delle perplessità. A inizio autunno c’è stato un appello ai veterinari per fare i tamponi, il tracciamento era fuori controllo. Non si sa se siano stati resi operativi i veterinari, in qualche modo la macchina si è riattivata ma con alcune variabili di efficienza, con appelli ai medici di base, con tanto minaccia di recessione della convenzione se non si prestano a collaborare.
Sono stati annunciati test rapidi fai da te, realizzati a partire da un tipo di test proveniente dalla Cina e successivamente modificato e semplificato affinchè ognuno lo potesse fare in autonomia ma sembra sparito nel nulla, per il momento.
In sospeso rimane anche l’app di biosorveglianza, pronta da giungo, non è stata resa disponibile “per non sembrare in concorrenza con Immuni”, citata a novembre, non più pervenuta.
Grandi sono stati gli sforzi per aumentare le terapie intensive, realizzate però convertendo interi reparti precedentemente destinati a curare altre patologie, con personale quindi non specializzato. Per fortuna un minimo di formazione è prevista… su you tube (disposizione n.2 del 7 novembre 2020, il Comitato di Crisi Emergenza Coronavirus della Regione Veneto: “Per la formazione del personale sanitario all’impiego di tali metodiche (utilizzo di caschi per l’ossigenazione) sono disponibili appositi filmati pubblicati sul canale Youtube di Azienda Zero”).
Il CoVeSaP, il comitato dei comitati venenti per la difesa della salute pubblica da settimane chiede trasparenza e maggiori restrizioni visto il galoppare di contagi, di ricoveri e inevitabilmente anche dei decessi. Il fondatore del comitato il dott. Maurizio Manna, già docente di medicina del Lavoro presso l’Università di Padova e di Napoli in due lettere inviate al ministro Speranza e la Governatore Zaia ha scritto che gli ospedali sono al collasso. Ma il Governatore è di altro avviso. Non ci sono i margini per cambiare colore, piuttosto si è mostrato deluso dal comportamento dei suoi concittadini. Oggi ha definito “immonde e raccapriccianti” le moltitudini di persone che si sono riversati nelle vie e nelle piazze di paesi e città in Regione, accenna a piccole restrizioni ma niente di drastico, n’è che determini una decisiva variazione nei comportamenti. Viene da chiedersi perchè il governo ha perso tanto tempo per i DPCM se basta appellarsi al buon senso delle persone. Nonostante i dati in continua impennata il governatore continua a garantire che la situazione è sotto controllo. Di avviso diverso è il sindaco di Montebelluna dove gli obitori sono pieni e i contagi in crescita vertiginosa e lo sono anche molti, anzi i pochi sanitari, perchè si trovano, spesso sotto-organico, ad affrontare continui ricoveri e numerosi casi gravi, tanto che da inizio dicembre i decessi hanno superato quota mille in Veneto. Diversa è appunto anche la visione anche del CoVeSaP che domani alle 11 farà un sit-in davanti alla sede della Protezione Civile a Marghera, sede della quotidiana conferenza stampa del Governatore.

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