A Salvini e Fontana i 17.000 morti lombardi non sono bastati
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A Salvini e Fontana i 17.000 morti lombardi non sono bastati

Tra Salvini che vuole un Cts con a capo Zangrillo e Fontana che sostiene che la Lombardia (la Regione più colpita) non debba essere zona rossa, la polemica della destra continua

Salvini e Fontana
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5 Novembre 2020 - 10.20


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I punti su cui Salvini sta montando la polemica di queste ore contro Conte e la decisione del Governo di rendere zone rosse alcune regioni d’Italia contenuta nell’ultimo Dpcm sono principalmente due: la prima, la più infantile, è un generico attacco ad personam contro Conte, dettato più dall’invidia che dalla critica politica: “Fontana è stato avvisato della zona rossa via messaggio mentre il signor Conte era in televisione” ha detto Salvini, che in televisione e sui social passa tre quarti della sua giornata. Una protesta che fa il doppio con “Conte preferisce parlare con Fedez che con me” di qualche giorno fa. 
La seconda, più concreta, è che i Dpcm sono stilati sulla base di dati “di 10 giorni fa”: “Intanto in alcune regioni la situazione è migliorata, anche grazie ad alcune scelte ad hoc degli amministratori locali, e in altre peggiorata. Ma stiamo scherzando?”. 
Detta così, sembra effettivamente assurdo: tante cose possono cambiare in 10 giorni. Ma come sempre, Salvini (e Fontana con lui) puntano sulla faciloneria e sull’assenza di pensiero critico degli italiani. Perché i dati sono quelli di 10 giorni fa? Non sarà forse perché, come ripetiamo da mesi, il periodo in cui questo virus rimane latente prima che si manifesti è di circa 10-15 giorni? Si guarda ai dati di 10 giorni fa perché sono gli unici certi: ciò che è successo negli ultimi 10 giorni lo vedremo tra ulteriori 10 giorni.
Non è esattamente una novità, come dicevamo. Ma questa ideuzza dei ‘dati vecchi’ tanto è bastata a Salvini per proporre la nomina di un nuovo Comitato tecnico scientifico: “Diamo spazio ai Zangrillo, ai Palù, ai Bassetti”. 
Insomma, Salvini a spingere su un Cts che gli dia ragione ci crede ancora. Poco importa se propone Alberto Zangrillo, le cui castronerie estive hanno avuto un prezzo esorbitante. 
Ma a fare il paio con Salvini ci pensa quel fenomeno di Attilio Fontana: nonostante sia al centro di numerose inchieste per la gestione della prima ondata in Lombardia (la Regione più colpita d’Italia, per contagi e per numero di morti) e da più parti ci si aspettava le sue dimissioni, il Presidente Lombardo è evidentemente convinto che quasi 100 morti al giorno (96, al 4 novembre, su un totale di 352. Il 27% di tutti i decessi italiani di un giorno) siano un prezzo assolutamente accettabile e che Conte abbia dato “uno schiaffo in faccia alla Lombardia”. Questa è gente che vive davvero credendo che Giuseppe Conte stia ‘punendo’ la Lombardia per il gusto di farlo? Oppure non hanno capito cosa vuol dire ‘emergenza’, o ‘pandemia’? Oppure, e propendiamo per quest’ultima opzione, la destra italiana ha come linea guida il ‘fare polemica’, a qualsiasi costo, nonostante tutto, nonostante i morti?

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