Bentivogli positivo: "L'ho scoperto con Immuni. L'app funziona, ma manca personale istruito"
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Bentivogli positivo: "L'ho scoperto con Immuni. L'app funziona, ma manca personale istruito"

Il coordinatore di Base Italia: "Il sistema sanitario fa acqua. Immuni funziona ma non hanno istruito il personale sanitario"

Marco Bentivogli
Marco Bentivogli
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31 Ottobre 2020 - 17.09


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Il coordinatore di Base Italia, Marco Bentivogli, ha annunciato di essere positivo al Coronavirus e ha raccontato di aver fatto il tampone perché Immuni gli ha notificato un contatto con un positivo il 23 ottobre.
Comunicatolo al medico di famiglia, da allora si è reso conto che il sistema funziona solo in alcune regioni. In altre, infatti, gli uffici igienici non rispondono al telefono e non hanno neanche dato indicazione ai medici di famiglia su come attivare le segnalazioni della app Immuni e dove mandare le persone a fare i tamponi.
Bentivogli alla Festa del Foglio ha commentato: “Il sistema sanitario fa acqua. Immuni funziona ma non hanno istruito il personale sanitario e per segnalare le positività è un miracolo trovare autorizzazione da autorità sanitarie. Bisogna fare di più: servono presidi territoriali h24 al giorno come prevede la riforma da parte dei medici di base. Mesi persi inseguendo negazionisti e virus. Qui i tamponi si fanno da privati a 82€ e l’ufficio igiene di sabato mattina non risponde. Basta autocelebrazioni sul “modello Italia”; servono i i soldi del Mes ma anche superare burocrazia, corporativismi e il gioco allo scarica barile nella Sanità che lascia soli i cittadini. 47 milioni di italiani hanno whatsapp e solo 9 milioni immuni che e’ molto meno invasiva della nostra privacy. E Immuni oggi necessità grazie a queste fisime di autorizzazioni ridondanti. Avevamo detto che andava prevista in Immuni la segnalazione di positività dando la pre autorizzazione alla dichiarazione di positività in sede di scarico app: oggi invece sono necessarie chiamate per verifica e conferma, assurdo anche perché non risponde nessuno. Questo facilita i disonesti che non segnalano la loro positività continuando a infettare chi incontrano, sintomo di un sistema sanitario che ha paura di assumersi responsabilità”.

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