Comitato vittime del Covid di Bergamo: "L'Ue vigili su possibili crimini contro l'umanità"
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Comitato vittime del Covid di Bergamo: "L'Ue vigili su possibili crimini contro l'umanità"

Lʼassociazione chiede giustizia e verità per le vittime di Covid-19 scrivendo una lettera ai presidenti della Commissione Ue e della Corte europea dei diritti dellʼuomo

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13 Luglio 2020 - 12.55


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In Lombardia potrebbero esserci “gli estremi per il reato di crimini contro l’umanità” e quindi l’Europa deve “vigilare sulle indagini” in corso. A chiederlo, con una lettera al presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, e al presidente della Corte europea dei diritti dell’uomo, Robert Ragnar Spanò, è il Comitato Noi Denunceremo-verità e giustizia per le vittime di Covid-19 di Bergamo.
“A marzo il mondo ha espresso vicinanza al dolore delle nostre comunità di Bergamo e Brescia che, da sole, contano undicimila vittime di coronavirus”, scrive il comitato che ha depositato a Bergamo un altro centinaio di denunce che vanno ad aggiungersi a quelle delle settimane scorse . “Uno scenario unico e senza precedenti sull’intero pianeta. Vi scriviamo per chiedere la vostra supervisione sulle indagini in corso in Lombardia, che stanno seguendo centinaia di denunce legali presentate ai pubblici ministeri in tutta la Regione”.

In Lombardia “sembrano esserci – si legge ancora – segni di indicibili crimini contro l’umanità. Il 2 marzo e il 5 marzo l’Istituto nazionale della Sanità ha consigliato al governo di chiudere Alzano Lombardo e Nembro (Bergamo) e Orzinuovi (Brescia). Il prudente sindaco di Orzinuovi e senatore della Repubblica italiana ha dovuto presentare un’interrogazione parlamentare dopo essere venuto a scoprire, leggendo il giornale, che c’erano istruzioni specifiche relativamente alla chiusura preventiva della sua città dopo i primi casi riportati. Sembra tuttavia che queste istruzioni non le abbia mai ricevute”.

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“Allo stesso tempo, Alzano Lombardo e Nembro non furono mai chiuse nonostante l’esercito fosse pronto a ricevere la direttiva sull’applicazione della zona rossa”, continua il comitato. “Se i pubblici ministeri dovessero stabilire che le mancate zone rosse appartengono alla sfera della politica piuttosto che al diritto penale, risulterà chiaro come la decisione di non contenere la diffusione del virus, in accordo con i pareri della comunità scientifica, sia stata intenzionale una decisione deliberata di sacrificare vite umane, decine di migliaia di vite, per evitare le ripercussioni politiche derivanti dalla messa in sicurezza di tre città economicamente produttive del Nord Italia”.

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