Il presidente dell'Anpi di Milano: "Imbrattare la statua di Montanelli è stato un atto odioso"
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Il presidente dell'Anpi di Milano: "Imbrattare la statua di Montanelli è stato un atto odioso"

Il rappresentante dei partigiani Roberto Cenati: "La battaglia contro le discriminazioni e il razzismo non la si fa abbattendo statue con con una iniziativa storica e culturale"

Roberto Cenati, presidente Anpi Provinciale di Milano
Roberto Cenati, presidente Anpi Provinciale di Milano
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14 Giugno 2020 - 16.05


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Quando i soliti fascisti, fascistelli e estremisti di destra hanno deturpato e danneggiato i monumenti o le targhe partigiane o che commemorano le stragi nazi-fasciste da destra spesso e volentieri sono tutti rimasti zitti e hanno guardato dall’altra parte quando non sono rimasti sotto sotto compiaciuti.
 “L’imbrattamento della statua a Indro Montanelli è un atto odioso compiuto contro un grande giornalista. Non è mia intenzione difendere la sua vicenda in Etiopia. Ma bisogna ricordare che il monumento a Montanelli, eretto solo a pochi passi dal luogo in cui, nel giugno 1977, fu gambizzato dalle Brigate rosse, è dedicato anche al ruolo svolto dalla stampa che le Brigate Rosse volevano colpire a morte. Lo fecero con il ferimento di Montanelli e nel settembre del 1977 con l’uccisione del Vicedirettore della Stampa Carlo Casalegno”.

Così Roberto Cenati, presidente Anpi Provinciale di Milano, interviene all’indomani dell’imbrattamento della statua posta nei giardini di Porta Venezia a Milano.
“Siamo di fronte ad una furia iconoclasta che vuole colpire importanti figure della storia, azzerandone la memoria: Churchill, Gandhi, Colombo. La battaglia contro le discriminazioni e il razzismo non la si fa abbattendo statue o imbrattando monumenti, ma dispiegando una vasta iniziativa di carattere culturale e storico, che agisca sulle coscienze”, conclude.

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