Quelli che difendono Montanelli sono gli stessi che danno del pedofilo a Pasolini
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Quelli che difendono Montanelli sono gli stessi che danno del pedofilo a Pasolini

La polemica sull'atto politico di Non una di meno contro la statua di Montanelli infuria, e sono già partiti i soliti che mettono a paragone due fatti molto diversi

La statua di Indro Montanelli
La statua di Indro Montanelli
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Giuseppe Cassarà Modifica articolo

11 Giugno 2020 - 17.40


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Questo articolo è stato pubblicato il 10 marzo 2019, quando durante un corteo di Non Una di Meno a Milano la statua di Indro Montanelli du imbrattata di vernice rosa. Il gesto suscità molto scalpore e riaprì il dibattito su quanto fosse giusto dedicare una statua a un uomo che, per sua stessa ammissione, ha sposato una bambina eritrea di 12 anni, usando anche epiteti offensivi come ‘bestiolina docile’ per descriverla. 
I Sentinelli di Milano hanno proposto, sulla scia delle proteste di Black Lives Matter scoppiate per l’uccisione di George Floyd a Minneapolis, che la statua venga rimossa perché offensiva per le donne e per le persone nere. La Destra, capitanata da Salvini, è insorta, ma si continua a fare paragoni impropri, non da ultimo quello con Pier Paolo Pasolini. 

Fosse l’unico, di commenti come questo sulla questione di Indro Montanelli. A dimostrazione che, per citare il tweet, le leggi morali sono usate a sproposito da chi non sa (o non vuole) mettere bene a paragone i fatti della storia.
Facciamolo noi per lui: Indro Montanelli, per sua stessa ammissione, ha comprato un ‘docile animaletto’, una bambina di 12 anni, in Africa, l’ha sposata e si faceva da lei servire e riverire. Che ci sia anche andato a letto non è dato sapere, ma dato che lui stesso ha detto “lì a quell’età sono già donne’, è plausibile presumerlo. 
Pierpaolo Pasolini (ucciso da uomo innocente) ha sì avuto delle relazioni con dei ragazzi minorenni. Lui stesso non lo negò. La differenza sta che la storia Pasolini lo ha massacrato (altro che silenzio), e ancora oggi non si può tirarlo in ballo senza che l’intelligentone di turno non accenni alla presunta pedofilia di Pasolini (la questione, molto più complessa, la lasciamo a chi vuole fare lo sforzo di informarsi). 
Quindi, casomai è il contrario: tanto ardore, tanto odio per Pasolini e tanto complice silenzio per Indro Montanelli. Poi, il giudizio all’intelletto è fuori dalla questione ed è chiaro che li tira in ballo sta sbagliando. Tanto varrebbe condannare Dante per razzismo e Giulio Cesare per crimini di guerra. Il valore dell’opera rimane e sopravvive al suo autore, grazie al cielo. Ma sopravvivono anche i gesti, le malefatte, le confessioni. Non si tratta di giudicarle, quanto di ricordarle. Poi se non si è in grado di distinguere l’opera dall’autore, quelli son fatti (e ignoranze) personali.

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