Dopo tre mesi liberi di muoversi tra regioni, ma se hai meno di 37.5 di febbre
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Dopo tre mesi liberi di muoversi tra regioni, ma se hai meno di 37.5 di febbre

Da oggi liberi di muoversi in tutto il Paese. Timori tra i governatori del Sud, critici Rossi e De Luca.

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3 Giugno 2020 - 07.02


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Dalla scorsa mezzanotte sono riaperti i confini regionali e dopo circa tre mesi e 33.500 morti per coronavirus, gli italiani sono completamente liberi di muoversi nel Paese. Il via libera per tutti lascia perplessi alcuni governatori del Sud, preoccupati per l’eventuale diffusione del contagio. Per un completo ritorno alla normalità sono Lombardia, Veneto e Liguria. Perplesso il governatore toscano Enrico Rossi, che avrebbe preferito una settimana di attesa. Fortemente critico il presidente campano Vincenzo De Luca. Ancora più deciso il governatore sardo Christian Solinas, che avrebbe voluto un “passaporto sanitario”.

Se hai la febbre non entri nel Lazio 

Non potranno entrare nel Lazio, e non si potranno spostare sul territorio regionale, coloro che presentano sintomi “da infezione respiratoria e febbre maggiore di 37,5° che ai sensi del dpcm del 26 aprile 2020, devono rimanere presso il proprio domicilio e limitare al massimo i contatti sociali, contattando il proprio medico curante”. Lo prevede una ordinanza firmata dal governatore Nicola Zingaretti. Stop anche ai “soggetti già sottoposti a sorveglianza sanitaria attraverso isolamento fiduciario”.

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 “In merito all’ordinanza regionale sull’apertura della mobilità interregionale si precisa che il divieto di circolare con una temperatura superiore a 37,5 è già previsto dal Dpcm del 26 aprile 2020. L’ordinanza regionale si limita a ribadire tale prescrizione stabilita dal Governo non ad istituirla. L’ordinanza regionale rafforza le misure di contact tracing prendendo in carico il cittadino qualora sia riscontrata una temperatura maggiore del 37,5 e avviando i controlli preposti”. Lo precisa in una nota la Regione Lazio.

Conte prepara messaggio riapertura, “Italia è posto sicuro” 

La strada delle riaperture graduali, dal 3 giugno, avrà un suo punto d’arrivo. Il premier Giuseppe Conte lo dirà nel pomeriggio, in una giornata che segna uno spartiacque nella storia del Covid-19 in Italia. Lo dirà in un messaggio pubblico, forse in una conferenza stampa,in cui darà il sostanziale via libera a quella che potrebbe essere chiamata la “fase 3”. Ma già in occasione del 2 giugno Conte ha voluto preparare il terreno per la nuova tappa della nazione e della politica: “uniamo le nostre energie, scacciamo via la tentazione di inutili divisioni”, ha scritto su Fb. 

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