La moglie di D'Antona ricorda il marito: "Le Br lo uccisero perché era un uomo della mediazione"
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La moglie di D'Antona ricorda il marito: "Le Br lo uccisero perché era un uomo della mediazione"

Lo afferma Olga D'Antona, moglie di Massimo D'Antona, nel giorno dell’anniversario dell’omicidio del giuslavorista ucciso il 20 maggio del 1999 dalle Brigate Rosse a Roma.

Olga D'Antona
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20 Maggio 2020 - 12.22


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“Massimo fu ucciso dalle Br perché chi vuole il conflitto vuole eliminare figure come lui, che era l’uomo della mediazione e del dialogo”. Lo afferma all’Adnkronos Olga D’Antona, moglie di Massimo D’Antona, nel giorno dell’anniversario dell’omicidio del giuslavorista ucciso il 20 maggio del 1999 dalle Brigate Rosse a Roma.

“Il terrorismo in Italia è un fenomeno carsico, sembra sparire e poi riemerge. La storia cambia, ma anche in un momento come questo bisogna sempre tenere alta la guardia contro il terrorismo. Il malessere delle persone è evidente – sottolinea Olga D’Antona – c’è infelicità fra la gente, e può sempre esserci nel Paese qualcuno che cerca di raccogliere e sfruttare la crisi sociale””Voglio esprimere un ringraziamento sentito al presidente Mattarella perché lui davvero non dimentica mai le vittime della mafia e del terrorismo”, dice ancora Olga D’Antona. “Ringrazio anche i presidenti di Camera e Senato e il Pd – aggiunge – ho molto apprezzato la corona che insieme mi hanno mandato la sindaca Virginia Raggi per Roma e il presidente della Regione Nicola Zingaretti, come gesto di unità, così come hanno fatto i sindacati insieme, Cigl Cisl e Uil”.

“Ho ricevuto numerosi messaggi da amici e dalle istituzioni. Fa piacere vedere che oggi è una data che non si dimentica, è nel cuore di tutti – afferma – nonostante io non abbia sollecitato nessuno sento una coralità che riscalda il cuore in un giorno come questo”.

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