Bolzano riapre: via libera a negozi, parrucchieri, bar e musei
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Bolzano riapre: via libera a negozi, parrucchieri, bar e musei

In base allo statuto di autonomia Bolzano ritiene di poter andare avanti autonomamente: al via anche i trasporti all'interno della regione

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8 Maggio 2020 - 07.36


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Bolzano va per la sua strada: il consiglio comunale infatti ha deciso, in seduta notturna, con 28 sì, 1 no e 6 astenuti, una legge che accellera la Fase 2 in Alto Adige. Riaprono i negozi da domani, mentre lunedì tocca a parrucchieri, bar, ristoranti, musei. Arno Kompatscher, Presidente della Provincia autonoma di Bolzano, ha spiegato: La crisi è stata una grande sfida per tante categorie, dalle famiglie alle imprese, e le prossime settimane saranno comunque difficili. La legge forse delude alcune aspettative, ma è stato giusto proseguire insieme su questa strada”. 
Dopo la pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione, attesa in giornata, entrano in vigore le misure per la ripresa delle attività, “condizionata dall’osservanza rigorosa e responsabile delle misure di sicurezza”. Il testo prevede il divieto di assembramento, l’osservanza di una distanza di due metri, un adeguato rapporto tra superficie e persone per tutte le attività economiche. Domani possono riaprire le attività produttive industriali, artigianali e commerciali.
L’11 maggio è la volta dei servizi alla persona e di quelli di ristorazione e somministrazione alimenti e bevande, nonché delle attività artistiche e culturali compresi musei, biblioteche e centri giovani.
Dal 25 maggio riaprono invece le strutture ricettive e gli impianti a fune. I servizi di assistenza all’infanzia potranno riprendere dal 18 maggio con gruppi ridotti, da domani invece già i servizi sociali. La programmazione del servizio di trasporto pubblico è disposta dall’assessore competente con servizi modulati assicurando quelli essenziali. I sindaci e le sindache possono adottare misure più restrittive.
Le misure della legge sulla Fase 2 approvata oggi dal Consiglio provinciale di Bolzano riguardano ambiti in cui la Provincia ritiene di avere la competenza in virtù dello Statuto di autonomia, mentre per quanto riguarda gli spostamenti verso il resto del Paese, le lezioni scolastiche e universitarie, le manifestazioni sportive, valgono le normative nazionali. Con quattro articoli e in circa 50 pagine, la legge fissa modi e tempi della ripartenza. Nell’articolato vi sono le norme generali a cui tutti si devono attenere in particolare nel settore delle attività economiche. Negli allegati sono dettagliatamente descritti tutti i protocolli di sicurezza concordati con le parti sociali. 
Gli spostamenti, all’interno del territorio provinciale e nel territorio trentino, sono liberi, mentre quelli verso altre regioni sono consentiti per ragioni di lavoro, di salute, di assoluta urgenza e per tutti gli altri motivi previsti dalla normativa statale. Se Austria e Svizzera lo consentiranno, sarà possibile varcare i rispettivi confini.
“La Provincia di Bolzano intende affrontare questa Fase 2 all’insegna dell’applicazione della nostra autonomia”, ha sottolineato il presidente Arno Kompatscher dopo l’approvazione della legge provinciale che accelera le riaperture. “Al centro mettiamo la sicurezza e il senso di comunità. Questa Fase 2 e la ripartenza possono avere luogo solo se tutti si attengono alle regole. Confidiamo pertanto nell’autodisciplina e nel senso di responsabilità dei cittadini”, ha aggiunto. L’andamento dell’epidemia, che in Alto Adige ha portato ad avere un indice di contagio R0 al di sotto dell’1, è stata secondo il governatore la pre-condizione per arrivare a fissare le regole locali per la ripartenza. Nuove regole che si sono rese necessarie sia per le famiglie che per l’economia, “un settore che con il lockdown ha subito conseguenze che non possono essere sottovalutate”. L’impatto di questa crisi, ha aggiunto Kompatscher, sarà nettamente superiore alla crisi finanziaria del 2008. È quindi necessario consentire nuovamente la ripartenza della vita sociale ed economica in una “modalità sicura”. “Dopo che Roma per settimane non ha ascoltato le richieste per una differenziazione regionale delle misure, abbiamo deciso di intraprendere il nostro percorso legislativo autonomo”, ha aggiunto.

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