Diffamò Arcigay nel 2015, condannato a Verona l'ideatore del Family Day Massimo Gandolfini
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Diffamò Arcigay nel 2015, condannato a Verona l'ideatore del Family Day Massimo Gandolfini

Nel 2015 Gandolfini aveva sostenuto che, tra le 58 identità di genere approvate da Arcigay e tra cui era possibile optare su Facebook per connotare il proprio profilo, vi fosse anche la pedofilia

Massimo Gandolfini
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10 Giugno 2019 - 15.47


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Massimo Gandolfini, portavoce del comitato ‘Difendiamo i nostri figli’ e ideatore del Family Day, è stato condannato questa mattina dal Tribunale di Verona in composizione monocratica per aver diffamato Arcigay. 
Gandolfini è stato condannato a 4 mesi di reclusione, convertiti in una sanzione pecuniaria di 30mila euro e a una provvisionale di 7mila euro per l’associazione e 3mila euro per l’allore presidente di Arcigay, Flavio Romani, più il pagamento delle spese processuali e al risarcimento del danno. 
Arcigay ha ricordato che “i fatti a cui la sentenza fa riferimento avvennero nel 2015, quando durante un intervento pubblico Gandolfini sostenne che tra le 58 identità di genere approvate da Arcigay e tra cui era possibile optare su Facebook per connotare il proprio profilo, vi fosse anche la pedofilia”.
“Ancora una volta un esponente del mondo ultraconservatore viene condannato per la sua condotta nei confronti delle persone e delle associazioni lgbti”, commenta Gabriele Piazzoni, segretario generale Arcigay. “Pochi mesi fa Pillon veniva condannato a Perugia, oggi Gandolfini fa il bis a Verona. Questa condanna ci dice molto sulla modalità che i patron del Family Day usano per affermare le proprie idee, cioé la diffamazione. Con molta soddisfazione oggi diciamo nuovamente che giustizia è fatta e che continueremo a difendere in ogni sede la dignità e l’onorabilità delle persone lgbti. Un ringraziamento sentito all’avvocata Rita Nanetti, che con grande competenza ci ha assistiti in questa vicenda”, conclude Piazzoni.

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