Gli insulti del politico di destra: "Partigiani come terroristi islamici"
Top

Gli insulti del politico di destra: "Partigiani come terroristi islamici"

Ezio Calmonte, è il presidente del quartiere di San Vito a Bassano, già noto per esternazioni discutibili e l'odio verso i 'banditi comunisti'.

Partigiani
Partigiani
Preroll

globalist Modifica articolo

28 Aprile 2019 - 15.06


ATF

“Partigiani come terroristi islamici”. Un insulto – passibile di querela – che è stato fatto da Ezio Calmonte, il presidente del quartiere di San Vito a Bassano.
Un personaggio dell’estrema destra italiana tutto Salvini, odio verso i partigiani e altri (tipo Saviano) già noto per le sue esternazioni a dir poco discutibili che in altri tempi lo avrebbero costretto a lasciare la politica ma che, al contrario, gli valgono voti e consensi. 
La polemica è nata sul web dove Calmonte ha ricordato la figura di Rolando Rivi, seminarista ucciso dai partigiani, definiti ‘banditi comunisti’.


Ha detto: “A ogni 25 Aprile si ricordano le porcherie dei partigiani comunisti – ha scritto Calmonte – fatte durante ma soprattutto dopo la fine della guerra, come fanno i vigliacchi!!! Erano tali e quali ai delinquenti islamici odierni”.


 La consigliera regionale Alessandra Moretti ha replicato. “Solo chi ignora la storia e la tragedia del nazifascismo può pronunciare simili nefandezze – attacca infatti -. Vorrei ricordare a Calmonte che i partigiani e quanti hanno combattuto la Repubblica Sociale di Mussolini l’hanno fatto anche per la sua libertà. Mi auguro che i bassanesi non dimentichino mai cosa ha fatto il fascismo in quelli anni tragici anche nella loro città». Ossia l’assassinio di molti oppositori politici.
Subito la contro-replica dell’estremista di destra: “Mi dicono che una nota ma sfortunata politica “piddina” di Vicenza abbia qualcosa di ridire sul paragone tra le porcherie fatte dai partigiani rossi nel dopoguerra e gli attacchi dei fanatici islamici – ha riferito -. Se non basta ricordare l’Eccidio di Schio, invitiamo la gentile signora a leggersi “Il sangue dei vinti” di Gianpaolo Pansa o “I giorni di Caino” di Antonio Serena: capirà che gli islamici almeno lo fanno in nome di un fanatismo religioso e spesso ci rimettono la pelle, invece i partigiani comunisti non solo continuavano a campare, ma spesso si arricchivano con quanto trovavano da portare via. Avere il coraggio di guardare la Verità in faccia è dura per certi personaggi, anche dopo 74 anni. E questo li porterà alla loro fine, ormai prossima».

Leggi anche:  25 Aprile, l'Anpi: "Democrazia e libertà sono in discussione, il Premierato della destra va combattuto"
Native

Articoli correlati