Il giudice blocca un sindaco della Lega: delibera discriminatoria contro gli immigrati
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Il giudice blocca un sindaco della Lega: delibera discriminatoria contro gli immigrati

Come a Lodi anche a Vigevano il comune chiedeva agli stranieri documentazione introvabile per poter avere agevolazioni

Andrea Sala
Andrea Sala
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1 Aprile 2019 - 16.35


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La delibera del 2017 emessa dal sindaco Andrea Sala Comune di Vigevano (Pavia) in cui si disponeva che l’accesso agli stranieri a “prestazioni sociali agevolate” non era subordinato al solo modello Isee (come accade per i cittadini italiani), ma anche all’esibizione di “certificati o attestazioni rilasciati dalla competente autorità dello Stato estero, legalizzati dalle autorità consolari italiane e corredati di traduzione in lingua italiana” è stata giudicata discriminatoria dal Tribunale di Milano, che ha accolto le richieste delle associazioni Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione), Naga e Anolf-Cisl, assistite dagli avvocati Alberto Guariso, Giulia Vicini e Silvia Balestro. Le associazioni, dopo aver ricordato che la decisione del giudice Francesca Capelli è in linea con quella sul noto caso delle mense di Lodi, spiegano che il Tribunale col provvedimento “conferma che le amministrazioni comunali non possono richiedere agli stranieri documenti aggiuntivi rispetto all’Isee”.
Lo scorso dicembre, infatti, il Tribunale di Milano aveva accertato la “condotta discriminatoria del Comune di Lodi” sul caso del servizio mensa dal quale sono stati esclusi di fatto i bambini stranieri e aveva ordinato di “modificare il ‘Regolamento per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate’ in modo da consentire ai cittadini non appartenenti all’Unione Europea di presentare la domanda di accesso” alle stesse condizioni degli italiani.
Anche nel caso di Vigevano, ora, il giudice della Sezione lavoro del Tribunale milanese ha ordinato al Comune “di cessare il comportamento discriminatorio e pertanto di revocare o modificare la delibera di Giunta comunale” in modo “da consentire ai cittadini di paesi extra Ue di accedere a prestazioni sociali agevolate, mediante presentazione dell’Isee alle medesime condizioni previste per i cittadini italiani”.
Per il giudice, infatti, “non esistano principi ricavabili da norme di rango primario che consentano al Comune di introdurre, diverse modalità di accesso alle prestazioni sociali agevolate, con particolare riferimento alla previsione di specifiche e più gravose procedure poste a carico dei cittadini di Stati non appartenenti all’Unione Europea”.
Purtroppo, spiegano i legali delle associazioni, “nei ben tre anni di vigenza della delibera di Vigevano, molti cittadini stranieri che non potevano procurarsi i documenti illegittimamente richiesti dal Comune, sono stati obbligati a pagare importi molto superiori a quello che avrebbero dovuto versare sulla base dell’Isee presentato per accedere a servizi comunali come mensa o trasporto scolastico”.
Molti di loro, chiariscono gli avvocati, “si sono visti negare addirittura le prestazioni statali che passano attraverso il vaglio del Comune. Tra le altre l’assegno di maternità di base”

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