Yuri Chechi mette all'asta i suoi trofei per aiutare la prima palestra in cui si allenò da bambino
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Yuri Chechi mette all'asta i suoi trofei per aiutare la prima palestra in cui si allenò da bambino

"In quella palestra ho vinto la mia prima coppa, nemmeno i miei genitori vennero a vedermi" scrive su Facebook. Per aiutare le allieve che si allenano al buio mette all'asta i trofei vinti alle Olimpiadi

Yuri Chechi mette all'asta i suoi trofei per aiutare la prima palestra in cui si allenò da bambino
Yuri Chechi mette all'asta i suoi trofei per aiutare la prima palestra in cui si allenò da bambino
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21 Marzo 2019 - 11.40


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Per aiutare la palestra “Etruria” di Prato, che è stata la sua prima “casa” e che oggi versa in gravi difficoltà, il campione olimpico Juri Chechi metterà all’asta i suoi trofei sportivi.
La cifra simbolica di base per portarsi a casa i trofei del “signore degli anelli” è stata stabilita in 19,96 centesimi: un chiaro riferimento al 1996, anno delle Olimpiadi di Atlanta che lo videro protagonista.
Atleti al buio. Le piccole allieve dell’Etruria, in questi ultimi mesi, per un problema all’impianto elettrico sono state costrette ad allenarsi quasi al buio.
L’asta è fissata per le 10:30 al museo Pecci a Prato e ha l’obiettivo di consentire l’acquisto di sistema di luci a led.
“Una buona causa, è affezionato alla sua città e alla palestra Etruria. Ha capito che questo è un momento di grande difficoltà e così si è messo in gioco per aiutarci”, ha sottolineato il presidente della struttura Grazia Ciarlitto.
“Tengo molto ai miei trofei, ma li metto all’asta per una buona causa”, ha spiegato l’ex atleta.
“In quella palestra ho vinto la mia prima coppa”, ha ricordato Chechi.
“Era il 1976, avevo sette anni e quella gara del campionato regionale la vinsi un po’ a sorpresa. Nemmeno i miei genitori vennero a vedermi”.

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