La paziente è grassa? La ginecologa si rifiuta di visitarla ma arrivano i carabinieri
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La paziente è grassa? La ginecologa si rifiuta di visitarla ma arrivano i carabinieri

La ragazza aveva prenotato una visita alla Asl ma si è vista rifiutata dalla dottoressa: "Sei obesa, vai da un privato". La mortificazione della paziente, l'intervento dell'Ordine dei medici di Abruzzo

Il caso a Chieti
Il caso a Chieti
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26 Luglio 2018 - 17.36


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Sei grassa? Niente visita ginecologica. A denunciarlo è una paziente di 27 anni di Chieti che ha chiamato subito il 112 dopo quanto accaduto presso il consultorio della Asl. A rendere noto l’accaduto, confermato da fonti della Asl, è l’edizione abruzzese de ‘Il Messaggero’. Il fatto è accaduto ieri mattina. La ragazza aveva in programma una visita ginecologica, ma la dottoressa presente avrebbe reagito in maniera stizzita, lamentandosi per la pancia della donna e sostenendo di non essere in grado di visitarla: pertanto la visita non è neanche cominciata e il medico ha prescritto alla giovane un’impegnativa per andare a eseguire un’ecografia presso un privato. La paziente, uscita in lacrime dalla stanza a causa del trattamento ricevuto, ha deciso di chiamare subito i carabinieri che, intervenuti sul posto, hanno raccolto le versioni della donna e della dottoressa, medico specialista ambulatoriale convenzionato con la Asl. “È stato terribile ricevere un trattamento del genere – spiega la ragazza su ‘Il Messaggero’ d’Abruzzo -. Mai mi sarei aspettata di essere umiliata in questo modo in una struttura pubblica. A ferirmi è stato soprattutto il tono utilizzato dalla dottoressa”.

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“Invitiamo la Asl e le autorità competenti a svolgere gli opportuni accertamenti, al fine anche di tranquillizzare la paziente”. Lo afferma il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, in merito al caso della ginecologa che a Chieti si è rifiutata di visitare una paziente obesa. “Fermo restando che, sul fatto specifico, dobbiamo comprendere ciò che è avvenuto – rileva Anelli – in ogni caso un paziente non può uscire in lacrime da un ambulatorio perché si è sentito in qualche modo maltrattato o rifiutato. Il medico deve farsi carico del paziente nella sua globalità, deve comprenderne e accoglierne il disagio e le difficoltà, deve prestare attenzione anche alla sua sensibilità e agli aspetti psicologici”.

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