L'Olocausto porta turismo: polemiche sul presidente del Parco 5 Terre
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L'Olocausto porta turismo: polemiche sul presidente del Parco 5 Terre

Vittorio Alessandro voleva polemizzare sui flussi turistici, ma la sua ironia è stata fuori luogo

Il post su Facebook che ha scatenato le polemiche
Il post su Facebook che ha scatenato le polemiche
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globalist Modifica articolo

7 Gennaio 2017 - 21.29


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Se siete garantisti lo potreste definire un imbecille. Altrimenti uno da mandare davanti a un giudice.
“Vabbè, lo sterminio… però ha portato tanto turismo”. La frase, a corredo di una foto di Auschwitz, è comparsa in un post-provocazione sulla pagina Facebook del presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre, Vittorio Alessandro. Quello che voleva essere un sasso nello stagno, lanciato dal presidente che da tempo denuncia l’impatto devastante dei flussi turistici di massa sul fragile territorio delle Cinque Terre, si è trasformato in un boomerang con manifestazioni di indignazione e richieste di dimissioni.
“Così non possiamo continuare, stiamo per esplodere”, aveva detto Alessandro già nel 2016, commentando treni stipati, code impossibili, sentieri presi d’assalto con rischi per la sicurezza delle persone e del territorio delle Cinque Terre. Ma la metafora amara utilizzata dal presidente del parco, con Auschwitz a rappresentare lo sfruttamento dei luoghi “sacri” per profitto, ha scatenato una bufera, con centinaia di commenti e inviti a scusarsi. A cominciare dagli insegnanti, che hanno sottolineato che portare i ragazzi a visitare i lager non sia turismo.
Alla fine il post, più volte segnalato, è stato rimosso dagli amministratori di Facebook. “Non era mia intenzione offendere. Ho scelto un tema così forte perché l’argomento sollevato, il turismo indirizzato in massa verso i luoghi sacri, non trova coscienze attente. Se proprio non vogliamo parlare dei campi di sterminio (ho visto selfie divertiti sotto la scritta Arbeit macht frei, persino dei saluti romani) – ha spiegato in seguito – si veda allora cosa accade con il turismo religioso. E cosa si fa delle Cinque Terre o di Venezia. Se qualcuno si è sentito offeso chiedo scusa”.
Il presidente, già contrammiraglio della Capitaneria di porto, ha ulteriormente spiegato il suo pensiero. “Il turismo non è sempre buono se consuma tutto, se distrugge. Però si riabilita se crea profitto”. Sono quasi tre milioni i turisti ogni anno nei cinque borghi spezzini, dove i residenti non arrivano a 5mila. Alessandro aveva lanciato l’allarme sulla necessità di regolare i flussi, sino a parlare di numero chiuso.
Che dire? Sul turismo ha ragione. Sul resto torto marcio.
Venerdì sul social network il post che ha scatenato un coro indignato. “Un paragone fuori luogo tra Auschwitz e le Cinque Terre – ha detto l’assessore regionale al turismo Gianni Berrino -. Se avessero potuto scegliere, ad Auschwitz avrebbero fatto volentieri a meno di quella tragedia”. “Mi auguro che le dichiarazioni di Alessandro possano essere chiarite nel modo più opportuno”, ha commentato la sindaca di Riomaggiore, Fabrizia Pecunia.
“Sarebbe stato più saggio usare altri paragoni”, ha detto Emanuele Moggia, sindaco di Monterosso. Critica anche la comunità ebraica. “La cosa più sbagliata che potrebbe uscire da questa vicenda è che si metta in discussione l’utilità dei viaggi organizzati dalle scuole e dagli enti sui luoghi della ‘memoria’”, dice Ariel Dello Strologo, portavoce della comunità ebraica ligure -. Si può parlare del problema di fondo, del profitto economico che porta a travolgere tutto e tutti, ma l’utilizzo di quella immagine e di quella frase è inaccettabile”.

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