Il vescovo ai funerali: "Ho chiesto a Dio: E ora che si fa?”
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Il vescovo ai funerali: "Ho chiesto a Dio: E ora che si fa?”

Il presidente della Repubblica Mattarella a conclusione dei funerali ad Ascoli Piceno ha abbracciato e confortato i familiari delle vittime del terremoto.

I funerali ad Ascoli
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27 Agosto 2016 - 11.03


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“Non abbiate paura di gridare la vostra sofferenza, ma non perdete coraggio. Insieme ricostruiremo le nostre case e chiese; insieme soprattutto ridaremo vita alle nostre comunità, a partire proprio dalle nostre tradizioni e dalle macerie della morte. Insieme!” Lo ha detto nell’omelia ai funerali per le vittime del terremoto il vescovo di Ascoli Piceno Giovanni D’Ercole.

Il presidente della Repubblica Mattarella a conclusione dei funerali ad Ascoli Piceno ha abbracciato e confortato i familiari delle vittime del terremoto.

Sono allineate di fronte all’altare nella palestra comunale di Monticelli ad Ascoli le 35 bare delle vittime marchigiane del terremoto. Tra loro due bambini. Intorno parenti e amici che piangono e si abbracciano. Molte le corone di fiori. Nella palestra sindaci e gonfaloni. Dentro fa già molto caldo e i boy scout distribuiscono acqua a tutti.

C’è grande commozione attorno alle bare di Giulia e Marisol, due piccole vittime del terremoto, vite spezzate dalla furia del sisma ad appena 9 anni e 18 mesi.

Tra le bare deposte l’una accanto all’altra nella palestra comunale, ci sono molti famigliari feriti, che hanno comunque deciso di essere qui per assistere alla cerimonia funebre. C’è la zia della piccola Giulia, Alessandra, su una sedia a rotelle con il piede fasciato. A pochi passi da lei, un altro ragazzo è su una carrozzella accanto a una bara. Il giovane ha le gambe ferite e un orecchio fasciato, piange e si dispera, inconsolabile. Nella fila subito dietro, c’è un’altra signora, i capelli bianchi e il vestito nero in segno di lutto, accompagnata in sedia a rotelle dalla figlia.

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