Blocco degli scrutini: la minaccia dei Cobas
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Blocco degli scrutini: la minaccia dei Cobas

Ancora animato il dibattito attorno al disegno di legge BuonaScuola. Professori in piazza, politici in aula: non si trova un punto d'incontro

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16 Maggio 2015 - 12.44


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Il dibattito attorno al disegno di legge BuonaScuola si fa sempre più animato, soprattutto il giorno dopo i primi sì alla riforma in Aula. I Cobas hanno indetto due giorni di blocco degli scrutini e di tutte le attività scolastiche e molte sono state le proteste. Roberto Alesse, presidente dell’Autorita’ di garanzia per gli scioperi ha detto che in caso di blocco degli scrutini scatterebbe obbligatoriamente la precettazione. È “illegittimo e dannoso”.

I Cobas hanno anche programmato per il 7 giugno una manifestazione nazionale contro la ‘Buona Scuola’ del governo. Le due giornate di blocco delle attività variano da regione a regione a seconda del termine delle lezioni.

La Camera dice sì alla BuonaScuola – Ieri da Montecitorio sono arrivati i primi sì. In piazza, invece, prof e sindacati – con in tasca un’altra idea di riforma – chiedono modifiche. E qualche parlamentare, che cerca il dialogo, viene contestato. Per adesso punti di incontro non se ne vedono. Ieri è arrivata la rassicurazione del premier Matteo Renzi in merito alla discussione sul “merito” e “con tutti”: l’importante poi è che dopo la discussione si decida, perché “l’Italia non può perdere tempo”.

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Niente da fare invece sullo stralcio delle assunzioni dei 100 mila precari dal provvedimento. Una decisione “impossibile” – spiega il presidente del consiglio – proprio perché le immissioni in ruolo sono collegate a un nuovo modello di scuola contenuto nel ddl. Non possono viaggiare da sole.

E lunedì si ricomencerà sia in piazza, che in aula. Il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha rinnovato la richiesta di “modifiche profonde al ddl”. E la leder della Cgil, Susanna Camusso, ha ribadito che “da tempo il sistema dell’apprendistato in Italia si è progressivamente deteriorato. Il presidente del consiglio ha detto che si doveva mettere mano alla formazione professionale e costruire un efficace sistema duale. Nella riforma della scuola però non c’è traccia di tutto questo”.

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