La baldanza renziana fa i conti con la scuola
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La baldanza renziana fa i conti con la scuola

Dopo la sbornia sull'Italicum, tornano i grandi problemi del Paese, come la grande vertenza scuola con le piazze affollate di insegnanti, studenti e tanti genitori. [Nuccio Fava]

Nuccio Fava
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5 Maggio 2015 - 19.12


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di Nuccio Fava

L’euforia e la baldanza dei renziani fedeli al segretario-presidente usque ad mortem è comprensibile, ma ricorda molto la vittoria in un derby quando ancora il campionato è lungo. Tornano in primo piano dopo la sbornia sulla legge elettorale i grandi problemi del Paese. Subito la grande vertenza scuola con le piazze affollate di insegnanti, studenti e tanti genitori. Dopo 7 anni il movimento scolastico, unitariamente a Cgl Cisl e Uil contesta radicalmente il progetto di riforma strombazzato in ogni modo dal presidente del Consiglio e con qualche insicurezza e dichiarazione di troppo dal ministro Giannini. Non ha evidentemente funzionato il sistema di consultazione on line e le slide colorate che sono state propagandate sin dalla prima conferenza stampa. Oltre alla scarsità dei fondi , l’imponente movimento di protesta critica la scarsa democraticità e l’inadeguato coinvolgimento delle diverse componenti nel governo e nelle responsabilità per la gestione ,la definizione e la valutazione degli obbiettivi formativi. Era stato lo stesso Renzi ad indicare ripetutamente nella riforma della scuola la priorità massima, la sua centralità anche ai fini del rinnovamento generale del Paese, della sua crescita culturale , civile ed economica. Evidentemente il mondo della scuola è restato insoddisfatto delle proposte del governo , ed è stato costretto a manifestare in piazza la propria delusione e insoddisfazione profonde.

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Su altro piano proseguono numerosi gli sbarchi dei disperati del mare, con la morte di quelli che non ce la fanno o vengono annegati da scafisti senza scrupoli che alleggeriscono l’eccessivo carico o buttano in acqua con spietatezza chi cerca di reagire alla violenza e ai soprusi dei mercanti di uomini. Insieme alle buone azioni del governo italiano restiamo però inascoltati sostanzialmente dall’Europa anche se sopravvalutiamo le dichiarazioni di comprensione e solidarietà verbale e magari accresciamo le nostre grida prive di risultati.

Il governo deve dare finalmente risposte, non continuare in modo insopportabile a fare dichiarazioni su dichiarazioni in ogni sede. La vittoria del renzellum che continuiamo a ritenere negativa per il futuro politico e l’assetto democratico , concede però già una condizione di favore esorbitante o”debordante” come preferisce definirlo il professor Pasquino. Lo usi come ritiene giusto il presidente del Consiglio , riconoscendo finalmente che è urgente un vero dialogo con le parti sociali. Senza la supponenza di chi racconta in ogni sede che quello che fa il governo è sempre il meglio possibile, in Italia e in Europa. I problemi confermano però abbondantemente che non è così, a cominciare dal tema più cruciale, quello della scuola.

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