Il Mediterraneo è una fossa comune
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Il Mediterraneo è una fossa comune

Di fronte all’ultima tragedia in mare, Medici senza frontiere chiede ai membri della Ue l’avvio urgente di attività di ricerca e soccorso in mare su ampia scala.

Il Mediterraneo è una fossa comune
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20 Aprile 2015 - 21.41


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«Stiamo scavando una fossa comune nel Mediterraneo. E la responsabilità è delle politiche europee, che di fronte a migliaia di disperati che cercano protezione sul continente chiudono le frontiere costringendoli a rischiare la vita in mare. Non c’è più tempo per pensare, dobbiamo salvare queste vite» così Loris De Filippi, presidente di Medici Senza Frontiere (MSF), commenta l’ennesima tragedia in mare al largo della Libia. «Chiudere Mare Nostrum è stato un errore. Gli stati membri devono ripristinare subito operazioni di ricerca e soccorso, che includano azioni proattive di ricerca il più vicino possibile alle coste libiche. Gli sforzi attuali evidentemente non bastano. Purtroppo questa tragedia è solo all’inizio ma può e deve essere fermata».

Solo nell’ultima settimana più di 11.000 persone hanno rischiato la vita per attraversare il Mediterraneo, con oltre mille morti stimati. Non importa quanto alte saranno le barriere innalzate dall’Europa per fermarle, altre migliaia di persone continueranno ad arrivare per sfuggire ai conflitti devastanti che minacciano le loro vite nei loro paesi.

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«Settecento morti in un giorno sono i numeri di una guerra, una catastrofe umanitaria che è ormai sotto gli occhi di tutti. Ma l’Europa non fa nulla per fermarla. Per questo scenderemo in mare in prima persona per salvare quante più vite possibile» continua Loris De Filippi, che nelle prossime settimane sarà imbarcato sulla nave di MSF nel Mediterraneo. «Solo aprendo canali legali e sicuri per raggiungere protezione in Europa potremo evitare altre migliaia di morti in mare. Ma come organizzazione medico-umanitaria non possiamo più aspettare».
A partire da maggio, MSF avvierà per la prima volta attività di ricerca e soccorso in mare, anche in collaborazione con il Moas. Un’operazione decisa in via straordinaria per far fronte al drammatico aumento di persone recuperate – e decedute – quest’anno nel Mediterraneo. Per MSF la situazione attuale è una crisi umanitaria creata dalle politiche europee.

All’Europa, e al governo italiano, MSF chiede vie legali e sicure perché le persone in cerca di protezione possano raggiungere il continente, il ripristino di attività di ricerca e soccorso in mare e piani di emergenza per garantire sempre adeguate condizioni di accoglienza.
Sono le richieste della campagna [url”#Milionidipassi”]http://milionidipassi.medicisenzafrontiere.it/[/url] che MSF dedica alle persone in fuga, con un appello all’opinione pubblica e ai governi perché venga garantito il diritto di tutti ad avere salva la vita.

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[url”Medici senza frontiere”]http://www.medicisenzafrontiere.it[/url]

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