Concordia: 16 anni a Schettino, ma niente carcere
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Concordia: 16 anni a Schettino, ma niente carcere

Finalmente è arrivata la sentenza per il naufragio della Costa Concordia: Schettino non è presente in aula per motivi di salute.

Concordia: 16 anni a Schettino, ma niente carcere
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11 Febbraio 2015 - 22.06


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Francesco Schettino è stato condannato a 16 anni di reclusione e a un mese di arresto per il naufragio della Costa Concordia. E’ stato interdetto per 5 anni come comandante di nave. Lo ha stabilito il tribunale di Grosseto che lo ha anche condannato all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Il tribunale di Grosseto ha respinto la richiesta di arresto di Francesco Schettino. Il giudici hanno ritenuto non sussistente il pericolo di fuga dell’ex comandante della Costa Concordia, condannato a 16 anni per il naufragio all’isola del Giglio.

Schettino e Crosta crociere sono stati condannati in solido a risarcire le parti civili, tra cui la Presidenza del Consiglio, alcuni ministeri, la Protezione civile, la Regione Toscana e il comune di Isola del Giglio.

I giudici hanno deciso per un completo accoglimento del nostro impianto accusatorio confermando tutti i reati per l’imputato”. Questo un commento dei pm di Grosseto, Maria Navarro, Alessandro Leopizzi e Stefano Pizza, al termine della lettura della sentenza con cui il tribunale di Grosseto ha condannato Francesco Schettino per il disastro della Costa Concordia.

“Il tribunale di Grosseto sconfessa in modo definitivo l’operato della procura e condanna il comandante Francesco Schettino a 16 anni e un mese di reclusione, ben lontani dai 26 anni e 3 mesi che erano stati richiesti dalla procura”. Così il Codacons commenta, con una nota, la sentenza sul naufragio della Costa Concordia. “Molti degli argomenti portati in giudizio dal Codacons – spiega ancora l’associazione – al fine di evidenziare i devastanti malfunzionamenti della nave e l’evidente nesso causale tra questi ultimi e la perdita di vite umane, nonché le altrettanto evidenti responsabilità della compagnia armatrice e degli organismi di certificazione e controllo, sono stati evidentemente tenuti dal tribunale in ampia considerazione nel determinare l’entità della condanna. Tra 90 giorni si conosceranno le motivazioni della sentenza e potranno farsi più precise valutazioni. Quel che è certo è che la decisione del tribunale è lontanissima dalle richieste durissime della procura che non sono state accolte dai giudici”.

“Io sono un ufficiale di capitaneria di porto, e non commento le sentenze dei giudici”. Così il comandante Gregorio De Falco sulla condanna a 16 anni e un mese per Francesco Schettino nel processo a Grosseto sul naufragio della Costa Concordia. De Falco era a capo della sala operativa della guardia costiera di Livorno la sera del naufragio, e parlando al cellulare con Schettino gli disse la frase, diventata poi famosa, ‘Torni a bordo c…’

“E’ una sentenza dura ma essere riusciti quasi a dimezzare le richieste esagerate della Procura forse restituisce un po’ di onore” a Schettino. Così l’avvocato dell’ex comandante della Concordia Domenico Pepe ha commentato la sentenza del Tribunale di Grosseto. Il legale ha già annunciato che farà appello dopo aver letto le motivazioni.

“Quello che però è già chiaro – aggiunge l’avvocato di Schettino – è che c’è stata da parte dei giudici una rideterminazione della pena rispetto alle richieste e dunque una visione ben diversa da quella della Procura”. “Schettino non è un delinquente – ha concluso Pepe – questo è sempre stato un incidente colposo”.

Francesco Schettino è stato condannato dal tribunale di Grosseto a 16 anni e un mese di arresto per tutti i reati per cui è stato imputato nel processo sul disastro della Costa Concordia. I giudici hanno condannato Schettino a cinque anni per naufragio colposo, dieci anni per i reati di omicidio plurimo colposo e lesioni plurime colpose – in relazione ai 32 morti e 157 feriti al Giglio – un anno per i reati di abbandono della nave e abbandono di incapaci. Per Schettino inoltre è stato deciso un mese di arresto, deciso per la contravvenzione di non aver informato correttamente la Capitaneria di Porto. Il tribunale non ha riconosciuto le attenuanti generiche. Riguardo alle aggravanti è stata riconosciuta quella di ‘colpa cosciente’ per il naufragio, ma non per i reati di omicidio e lesioni colpose. Inoltre Francesco Schettino è stato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici e dalla professione di comandante di nave per cinque anni.

“E’ una sentenza molto equilibrata che rende giustizia nell’interesse di tutti”. Così l’avvocato di Costa Crociere, Marco De Luca, ha commentato l’esito del processo di primo grado per il naufragio della Concordia. “E’ difficile parlare di soddisfazione quando ci sono 32 vittime – ha aggiunto – ma dal punto di vista patrimoniale la sentenza dà ragione a Costa per quanto era stato fatto dalla società nei risarcimenti prima del processo. Le disposizioni civili sono in linea con quanto sempre offerto da Costa Crociere”. L’avvocato ha poi definito “un po’ eccessiva” la richiesta della Procura per Francesco Schettino.

La condanna di Francesco Schettino “è un esito scontato” del processo sul naufragio della Costa Concordia. “Le prove raccolte erano tali che non poteva andare diversamente e i giudici hanno confermato tutte le accuse”. Lo ha detto il già procuratore di Grosseto, Francesco Verusio, presente in aula ad ascoltare la lettura della sentenza.

Verusio ha guidato la procura di Grosseto fino a qualche settimana fa fino a quando è andato in pensione. “E’ stata una scelta sbagliata – ha osservato Verusio – quella di Schettino di voler affrontare il dibattimento. Ora aspettiamo di leggere le motivazioni”.

Il Tribunale di Grosseto ha stabilito che Francesco Schettino e Costa Crociere Spa devono risarcire in solido tutti i naufraghi che si sono costituiti parte civile nel processo sulla Costa Concordia. Tra questi anche la moldava Domnica Cemortan, a cui andranno – come gli altri – 30 mila euro.

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