Mafia, la signora del libro nero di Buzzi: “Sapevo che era illegale”
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Mafia, la signora del libro nero di Buzzi: “Sapevo che era illegale”

Nadia Cerrito, segretaria del braccio destro del boss Carminati, prima a confessare: “Soldi che non mi facevano registrare”.

Mafia, la signora del libro nero di Buzzi: “Sapevo che era illegale”
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5 Dicembre 2014 - 00.44


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di S.M.

Ogni tanto le venivano poggiate sulla scrivania mazzette da circa 15mila euro. Lo racconta Nadia Cerrito, tra le prime persone arrestate a parlare coi magistrati. La prima a confessare. Lei frazionava la somma in tante ‘mazzettine’ che poi infilava in buste sulle quali scriveva una lettera B. L’iniziale del suo capo, l’arrestato Salvatore Buzzi, braccio destro di Massimo Carminati ‘er Cecato’, boss di Mafia Capitale. La cupola scoperchiata dalla maxi inchiesta Mondo di Mezzo della Procura di Roma. Un sistema corruttivo che facendo leva sull’intimidazione riusciva a ottenere appalti e finanziamenti pubblici. Trentasette persone in carcere o ai domiciliari, un altro centinaio indagate. L’accusa, perlopiù, è di associazione mafiosa.

Tra gli ammanettati c’è la suddetta ‘contabile’, la 49enne Nadia Cerrito, segretaria della Cooperativa 29 Giugno e quindi donna ‘fidata’ del presidente Buzzi. La ‘signora del libro nero’, come ci piace definirla. Il libro in cui era scritta la lista delle tangenti per i politici romani. Cerrito dice al giudice per le indagini preliminari (gip) Flavia Costantini e al pubblico ministero (pm) Luca Tescaroli, di sapere che quella girandola di euro era illegale. Ma assicura – come riportato anche da Adnkronos – che lei non conosceva la destinazione precisa.

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“Era tutta contabilità nera che mi dicevano di non registrare”, confessa Cerrito. “L’agenda la tenevo sempre nella borsa, perché Buzzi mi diceva che riguardava pagamenti riservati e non volevo che altri lo vedessero. Non conoscevo la destinazione, scrivevo sulla busta con i soldi soltanto la ‘B’ di Buzzi e lui le ritirava”. Alla domanda dei magistrati sul perché non abbia mai chiesto delucidazioni su quei soldi o perché non ne abbia mai parlato con nessuno, la ‘signora del libro nero’ risponde che aveva paura di perdere il posto di lavoro. Per la precisione: “Non potevo rifiutarmi, perché mi avrebbero licenziata e non potevo permettermelo, mio padre sta male. Questa prassi delle buste era iniziata due o tre anni fa”.

Sul verbale dell’interrogatorio poi, è riportato anche quanto detto dalla segretaria di Buzzi riguardo la sua conoscenza delle persone – politici soprattutto – che erano ‘assoldate’ da Buzzi. Su Il messaggero si legge: “Ricordo Franco Panzironi, (ex amministratore delegato di Ama, finito in carcere, ndr) lui lo vedevo spesso. Alemanno non l’ho mai visto, ma so chi è, mentre ho sentito i nomi di Riccardo Mancini (ex ad di Eur spa, ndr) e Claudio Turella (ex responsabile servizi giardini del Campidoglio, ndr), Luca Gramazio (capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, ndr) non lo conosco.

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Sempre Il Messaggero riporta che i magistrati inquirenti avrebbero chiesto a Cerrito di Eugenio Patanè (consigliere regionale del Pd), Luca Odevaine (del Tavolo di coordinamento nazionale per l’accoglienza dei rifugiati), che secondo gli atti avrebbe incassato 5mila euro al mese; di Mirko Coratti, presidente del Consiglio comunale di Roma ora dimissionario; di Daniele Ozzimo, ex assessore alle Politiche abitative (dimissionario), della moglie, Micaela Campana, di Lionello Cosentino, senatore del Pd e segretario dei democrat capitolini (dimissionato). Lei dice di non conoscerli.

Su Carminati – riporta ancora il quotidiano di via del Tritone – la segretaria di Buzzi tentenna: “So chi è ma non l’ho visto”. È allora che il gip le contesta un’intercettazione ambientale del 29 gennaio 2013, quando il ragioniere Paolo Di Ninno, in sua presenza, faceva un resoconto della contabilità ufficiale e parallela delle cooperative a Buzzi e Carminati. La segretaria ascolta, il giudice legge la sua conversazione. Lei e Carminati. “Il libro nero”, dice Cerrito. “Mamma mia”, risponde il boss, e lei: “Hai visto che è nero, guarda qua”.

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“Ma quand’è l’ultima volta che l’abbiamo fatto?”. Cerrito risponde: “Il 2 dicembre… 20 M.C.”, vale a dire il capo Cupola, Massimo Carminati. “Li hai presi”, dice Cerrito e aggiunge: “Dopo non gli ho più dato niente io”. Buzzi dice: “Solo 5mila”. E la segretaria: “5mila c’ho scritto B perché non lo sapevo che andavano a lui”.

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