Campidoglio, Marino e le multe non pagate
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Campidoglio, Marino e le multe non pagate

Interrogazione del senatore Augello (Ncd): ipotesi di otto contravvenzioni bloccate d'ufficio.

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7 Novembre 2014 - 09.52


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di Claudio Bellumori

Chi va a Roma perde la poltrona. E il colmo sarebbe vedersela scivolare via per non aver pagato delle multe. Ignazio Marino, sindaco capitolino, finisce al centro di un atto di sindacato ispettivo presentato al Viminale dal senatore Andrea Augello (Nuovo centrodestra). Secondo il documento, Marino con la sua Panda Rossa – quella rimasta fermata nel posteggio riservato ai senatori in piazza San Luigi dei Francesi e poi fatta togliere dal prefetto – avrebbe preso otto multe. Multe che risulterebbero ‘congelate’.

Inoltre, secondo quanto riportato su La Repubblica, “anche i 35 verbali contestati tra il 2012 e il 2013 all’allora senatore Marino sono stati appellati al prefetto e al giudice di pace”. Chi si candida a sindaco non può avere sul groppone pendenze con nessuna autorità, giudiziaria o amministrativa che sia. Il problema per il chirurgo genovese è soltanto uno: se al momento dell’elezione non risultasse una decisione presa sui suoi ricorsi, rischierebbe di andare a casa. Ergo di perdere la poltrona.

L’interrogazione. Giuseppe Cruciani, conduttore de La Zanzara, pubblica il tweet “il sindaco Marino ha pagato le multe?”. In allegato c’è il documento del senatore Augello dove è scritto “Ignazio Marino, proprietario di una Panda rossa, ha omesso di rinnovare per tempo il permesso per accedere nella Ztl del centro storico di Roma, circolando dal 24 giugno al 20 agosto 2014 senza un contrassegno valido nei vari settori a traffico limitato” e poi
“come rilevato da diverse testate giornalistiche e dalla trasmissione televisiva ‘Le Iene’, questa omissione sarebbe stata denunciata da diversi parlamentari, osservando il contrassegno esposto sull’autovettura, per 14 mesi ospitata nell’area pedonale intorno al Senato”.

Da qui le rilevazioni dei varchi elettronici e una scoperta: secondo le notizie raccolte da Augello “al sindaco sarebbero state elevate diverse contravvenzioni tra giugno e luglio 2014”.
Marino, tra l’altro, “si sarebbe ben guardato dal pagare il dovuto, visto che allo stato risultano almeno 8 contravvenzioni, tra il 26 giugno e il 25 luglio, sospese con un codice di solito utilizzato in caso di ricorso al Prefetto o al giudice di pace. Sembra tuttavia improbabile che il sindaco di Roma possa aver presentato un ricorso, ponendosi così in una posizione di incompatibilità con il suo mandato”.

La conclusione, per il senatore Ncd, è una sola: “L’unica ipotesi è che le contravvenzioni siano state bloccate ‘d’ufficio’ direttamente dall’Amministrazione comunale, sanando i due mesi di mancato rinnovo del permesso come se si trattasse di un errore del Comune”.

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