Igea, protesta di sette operai: asserragliati in un pozzo
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Igea, protesta di sette operai: asserragliati in un pozzo

I lavoratori sardi sono asserragliati a 80 metri e assicurano: la protesta andrà avanti ad oltranza finché non avremo rispsote chiare dalla Regione.

I dipendenti Igea asserragliati in un pozzo ad 80 metri
I dipendenti Igea asserragliati in un pozzo ad 80 metri
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1 Novembre 2014 - 17.17


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Sono asserragliati a 80 metri di profondità nel pozzo di Sos Enattos a Lula (Nuoro): sono i sette minatori che protestano per gli stipendi arretrati e per il futuro del loro lavoro, che appare sempre più incerto. I dipendenti dell’Igea, società in house della Regione Sardegna titolare delle concessioni minerarie, esausti dopo mesi di trattative che a loro dire non hanno portato a niente, hanno deciso di iniziare questa singolare protesta: “Da qui non usciremo,se non avremo risposte certe da parte della Regione” hanno dichiarato.

Il loro obiettivo è quello di avere pagati i 5 mesi di stipendio, ancora non saldato e che ha mandato 25 famiglie sul lastrico, oltre a chiedere certezze e capire quale sia il futuro della miniera Lula, dove da 16 anni si fanno ormai solo lavori di manutenzione, messa in sicurezza e attività museale potrebbe presto chiudere i battenti. “L’ex presidente Cappellacci ci ha pugnalato alle spalle, affidando a società private i lavori delle bonifiche, che spettano invece ai minatori Igea – ha detto uno dei lavoratori attraverso un telefono collegato alla galleria della miniera -. La nostra salvezza sta nelle bonifiche dei siti, se ci tolgono quelle abbiamo perso tutto”.

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L’attuale Giunta Pigliaru, secondo il dipendente Igea, non sta facendo meglio, anzi è in linea con la passata legislatura: “Questa Giunta sta portando avanti quel progetto. Fino a martedì prossimo quando ci sarà un incontro in Regione resteremo calmi, ma se quel giorno non ci saranno risposte la protesta qui sotto diventerà esplosiva”. L’operaio ha voluto mandare un accorato appello al governatore Francesco Pigliaru, affinché intervenga. “Io presidente l’ho votata, perché in campagna elettorale ha parlato di istruzione, salvezza di posti di lavoro e creazione di nuova occupazione. Ebbene da questa Giunta sto vedendo solo silenzio: qui per i ragazzi è difficile studiare, i posti di lavoro li stiamo perdendo. Signor presidente noi non vogliamo ammortizzatori sociali ma il nostro lavoro. Solo così potremmo conservare la nostra dignità”. E la Regione ha ribadito di essere impegnata da mesi “per risolvere la grave situazione ereditata”.

L’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, ha sottolineato: “Stiamo lavorando per trovare una soluzione alla vertenza Igea come alle altre aperte nella nostra regione. Lo stiamo facendo con impegno, tenendo conto che dietro ognuna di queste ci sono storie professionali e umane dei lavoratori e delle loro famiglie, per non parlare degli stessi imprenditori”. E il sindaco di Lula, Mario Calia, ha incontrato i colleghi minatori (anche lui è un dipendente dell’Igea). “I sette amici si apprestano a passare la seconda notte dentro i pozzi – ha detto – ad intervalli regolari stiamo scendendo sotto per portare loro un pasto caldo e assicurarci che stiano bene. Sono risoluti a stare lì sotto e se necessario a inasprire la protesta, i nostri governanti ci dicano presto di che morte dobbiamo morire”. La protesta va avanti da tre giorni anche a Iglesias e Furtei.

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Intanto ai sette minatori è arrivata la solidarietà di Salvatore Asproni, 99 anni, il più vecchio minatore di Lula. “Ho letto la notizia sul giornale e sono voluto venire per incontrare i miei colleghi, ma non ce l’ho fatta a scendere nei pozzi, sono saliti loro ad uno ad uno per salutarmi.Ho detto ai ragazzi di avere coraggio, ci sono passato anch’io in queste lotte, ho lavorato in miniera più di 20 anni. Mi ricordo tanti scioperi”, ha affermato.

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