Serial killer: azione disciplinare per il direttore del carcere
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Serial killer: azione disciplinare per il direttore del carcere

Il responsabile Istituto replica: «Avevo un'informativa generica». Anche il ministro Cancellieri ha aperto un fascicolo sul caso di Genova.

Serial killer: azione disciplinare per il direttore del carcere
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20 Dicembre 2013 - 13.11


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Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha avviato un’azione disciplinare nei confronti del Direttore della casa circondariale di Marassi “in relazione alle inopportune e intempestive dichiarazioni rese alla stampa” riguardo all’evasione del detenuto Bartolomeo Gagliano. Lo ha reso noto lo stesso Dipartimento.

Proprio questa mattina il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, ha riferito alla Camera sulla vicenda e ha detto che sia il magistrato di sorveglianza che il carcere erano a conoscenza dell’ampio curriculum criminale di Gagliano.

“Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria – si legge nella nota – rende noto che, in ordine alla vicenda del mancato rientro, il 18 dicembre scorso, del detenuto Bartolomeo Gagliano al carcere di Genova Marassi, al termine di un permesso premio concesso dal magistrato di sorveglianza di Genova, l’Amministrazione, oltre a disporre indagini interne volte ad accertare la dinamica dei fatti, ha avviato un’azione disciplinare nei confronti del Direttore della casa circondariale di Marassi in relazione alle inopportune e intempestive dichiarazioni rese alla stampa”.

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Direttore del carcere, avevo informativa generica – “Conoscevo i precedenti di Gagliano? Avevo una informativa generica. Abbiamo rispettato la legge, è successo l’imponderabile. Il passato di Gagliano non doveva contare”. Lo ha detto Salvatore Mazzeo, il direttore del carcere di Marassi dove il serial killer Bartolomeo Gagliano non è rientrato dopo un permesso, a Radio 24.

“Penso che Gagliano stia pensando di costituirsi, non credo che andrà all’estero. Se non si costituirà presto sarà preso”, ha detto il direttore. “Noi abbiamo fatto tutto il necessario, quello che è successo è imponderabile. Certo, non posso dire che non sono dispiaciuto perché è un fallimento quando un detenuto evade. Come è un fallimento quando una persona muore in carcere. Cosa sarebbe accaduto se Gagliano, che ha un fine pena di un anno, si fosse impiccato in carcere perché non aveva una speranza di uscire. Io avevo espresso un parere favorevole per un permesso orario, di qualche ora, con accompagnamento. Ma il giudice ha deciso diversamente. Anche il precedente permesso era stato di alcune ore, era stato accompagnato dal cappellano, che in quell’occasione riferì di un comportamento ‘esemplare’ del Gagliano”, ha aggiunto Mazzeo.

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“Conoscevo il pregresso di Gagliano – ha detto Mazzeo – ma il permesso riguardava il motivo per il quale il detenuto si trovava in quel momento in carcere: era una pena da scontare di 11 anni per rapina e reati contro il patrimonio. Io ho dato un parere su quella condanna. I fatti pregressi non dovevano rientrare nella mia relazione comportamentale. Così quando mi è stato detto che era un serial killer io ho risposto: ‘chi l’ha detto che è un serial killer?’ Io conosco i precedenti del detenuto, ma non conosco tutti i dati giudiziali. L’informativa che fa riferimento ai precedenti era generica”.



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