Omofobia, le parole di odio di vip e politici. Lo spot dell'Arcigay
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Omofobia, le parole di odio di vip e politici. Lo spot dell'Arcigay

Si intitola «Spegniamo l'odio!» il video contro l'omotransfobia. Si riconoscono le parole di Vittorio Sgarbi, Daniela Santanchè, Mariano Apicella e Alessandra Mussolini.

Omofobia, le parole di odio di vip e politici. Lo spot dell'Arcigay
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20 Dicembre 2013 - 13.39


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Spiazzato, travolto e quasi soffocato dalle parole di odio e omofobia pronunciate in tv da politici e personaggi pubblici e riproposte a raffica con l’audio originale. Per difendersi, alla fine l’omino protagonista dello spot lanciato dall’Arcigay, spegne lo schermo ma soprattutto invita a spegnere l’odio.

È questo il messaggio del video contro le violenze a gay, lesbiche e transessuali realizzato dall’associazione con i fondi del progetto lgbt del Consiglio d’Europa. Al filmato è associato pure un appello ai senatori che sta discutendo la legge contro l’omotransfobia.

Per il presidente di Arcigay Flavio Romani obiettivo dello spot, che sarà diffuso sui principali media, è di «scuotere l’opinione pubblica che a volte fa passare queste parole, usate con leggerezza ma pesantemente offensive, cose come se fossero la normalità». In più, la petizione rivolta ai senatori: «La legge così com’è ora non ci piace e perciò chiediamo una serie di interventi perchè sia schierata dalla parte delle vittime».

Tra le 14 citazioni messe in fila e animate con una grafica ad hoc, ci sono quelle di Vittorio Sgarbi («Con quel sorrisino da checca isterica»), Daniela Santanchè («Parliamo di persone malate!»), il sindaco leghista di Treviso Giancarlo Gentilini («Faccia pulizia etnica dei culattoni!»), Alessandra Mussolini («Meglio fascista che frocio»). Ma anche il cantante Mariano Apicella mentre offende il collega Cristiano Malgioglio («Tu sì ricchione, io no!»), il direttore di Radio Maria Padre Livio Fanzaga («L’omosessualità è una delle tante malattie che contrae l’essere umano») e una suora intervistata a un Family Day («Viva la famiglia, abbasso i gay»).

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