La prossima volta che qualcuno in viale Mazzini si alzerà per richiamare al rispetto di questa o quella regola, il rischio è che arrivi una risposta tale e quale quella che diede Totò al tenente Kessler nel film “I due marescialli”. Se ci sono regole, devono valere tutte e devono valere per tutti. E invece, così non è.
In Rai torna la piaga del “doppio incarico”, quel vecchio privilegio che doveva andare in soffitta a fine febbraio. Qualcuno aveva fatto resistenza, ma alla fine aveva ceduto, qualcun altro è riuscito a nascondersi in una delle tante pieghe dei palinsensti, mentre lei, la direttora del Tg3 va avanti.
Anche oltre quella presunta deroga che le avrebbe consentito di arrivare in video fino all’elezione del Capo dello Stato. Sul voto per il Quirinale, è stata una scorpacciata di Tg e di edizioni straordinarie, vere e proprie maratone che a volte hanno provocato qualche smarrimento, come quell’intervento sostanzialmente inutile nel bel mezzo dell’informmazione regionale, solo per far vedere di spalle Napolitano, che salutava e andava via.
Presunta deroga – dicevamo – perché pare che in realtà in Rai, al Tg3 e nel sindacato dei giornalisti Rai nessuno ha notizia di una deroga e tanto meno dei termini di questa fantomatica deroga. Silenzio da viale Mazzini, proteste a ripetizione dal sindacato dei giornalisti Rai e dai Comitati di redazione di Tg e Giornali radio.
Nell’attesa, pare che la direttora abbia promesso a se stessa di provare ad andare avanti ad oltranza, che userà il silenzio di viale Mazzini per tornare in video ogni volta che lo vorrà. Nel silenzio, anche il volo di una mosca è una buona scusa.
