Commozione al funerale di Lino, ucciso per errore dalla mafia
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Commozione al funerale di Lino, ucciso per errore dalla mafia

Un ragazzo "pieno di vita" che pensava al matrimonio. Cardito, in provincia di Napoli, è un paese a lutto. Pietro Grasso: "Così la mafia fa terrorismo".

Commozione al funerale di Lino, ucciso per errore dalla mafia
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19 Ottobre 2012 - 17.43


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Un ragazzo “semplice” e “pieno
di vita”. Il parroco di Cardito, don Nicola Mazziello
ricorda Pasquale Romano, il giovane ucciso per errore lunedì scorso a
Napoli. “Era in attesa di un contratto a tempo indeterminato – ricorda
don Vincenzo – e stava cominciando a pensare al matrimonio”.
“Un delitto che ha colpito tutta la comunità”,aggiunge il parroco,
lanciando l’invito a “combattere l’illegalità, che non è solo compito
di magistrati e autorità ma di tutti. Si dice spesso che siamo
lasciati soli, ma neanche noi dobbiamo abbandonare loro in questo
momento”.
Un lungo applauso ha salutato la bara di Pasquale. In tanti a dargli l’ultimo “Ciao!”.                                                                                     Oggi Napoli è anche Pasquale, 30 anni, ucciso per errore. Sopra la bara, una maglia del suo Napoli, la squadra di cui Pasquale,
per tutti Lino, era tifoso.
Cardito oggi è un paese in lutto.
20mila abitanti alle porte di Napoli, da lunedì il paese non parla d’altro se non di quei 14 colpi sparati da killer della camorra che
avevano scambiato Pasquale per un’altra persona da eliminare.
Cardito è in lutto, le bandiere del
Municipio sono a mezz’asta.
All’esterno della chiesa alcuni striscionim dicono:
“Non si puo’ morire senza colpe”, “14 colpi non uccidono, uccide il
silenzio. Vinciamo l’omertà per il nostro futuro”, “Ennesima vittima
innocente di una guerra tra ‘perdenti’, ora basta”. Gli amici di
Piazza Garibaldi, quella che frequentava Lino, ne hanno srotolato uno
ancora più diretto, con una sola parola: “Giustizia”.

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Parla Pietro Grasso, procuratore Antimafia: “Sapere di vittime innocenti
uccise per errore dalla criminalità “colpisce tutti i cittadini con
un effetto a cascata, una sorta di terrorismo perché chiunque si
trova nel posto sbagliato al momento sbagliato puo’ essere vittima”.
Grasso parla proprio a Napoli  alla cerimonia con la quale è stato intitolato a
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino il piazzale antistante il Palazzo
di Giustizia.
“Un popolo si puo’ chiamare civile –ricorda Grasso, parlando della morte di Pasquale – solo quando dà
valore alla ricerca dei condannati così come al ristoro morale e
materiale dei parenti delle vittime, che non devono certamente nutrire
sentimenti di rancore o vendetta ma, come spesso avviene, sono i primi
a impegnarsi ancora di piu’ per migliorare il Paese”.
“Se non si risolvono i problemi di devianza sociale e
ambientali – aggiunge – non si puo’ avere una cultura della legalità. E questo non
è compito né delle forze dell’ordine né della magistratura”.

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