Per sopravvivere mette in vendita la sua storia
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Per sopravvivere mette in vendita la sua storia

Salvatore vive in un'auto a Palermo. Ha perso tutto. Racimola pochi euro cedendo i suoi libri e la sua collezione di dischi. [Onofrio Dispenza]

Per sopravvivere mette in vendita la sua storia
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Onofrio Dispenza Modifica articolo

2 Febbraio 2012 - 14.40


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di Onofrio Dispenza

Quando la povertà è anche poesia, rima drammatica di un presente che abbiamo il dovere di sfogliare. E’ vero, ormai non sappiamo più leggere, puntare gli occhi oltre la superficie liscia di un plasma. Ma dobbiamo rialfabetizzare i nostri occhi e il nostro cuore. Ricordate il cuore, quel vecchio muscolo?

“Certe volte mi guardo indietro e mi sembra impossibile che mi sia ridotto così. Ho sempre lavorato e guadagnato bene e oggi non ho nulla”. Oggi a Palermo c’è il sole, ma il Paese mette in prima pagina il freddo. Via Volturno è vicina al Palazzo di Giustizia dove un cane ha scelto di vivere. Ha scelto l’atrio del Palazzo dei processi, la sua cuccia calda sono i piedi del monumento che ricorda Falcone e Borsellino. Dorme il cane, sotto le riproduzioni in bronzo degli uomini migliori della migliore Sicilia che ha saputo fermare i progetti terroristici della mafia.

Questa la cartolina attorno a Salvatore Ingrassia col racconto di questa sua vita che all’improvviso si è inabissata nel gorgo della povertà.

Poco più che 50enne, divorziato, senza figli, Salvatore ha perso tutto. Abbandonato anche dai genitori. Senza lavoro e senza casa, tutto nel giro di pochi anni. E’stato così che Salvatore si è ritrovato a dover vivere in auto, una vecchia Panda blu che ha fermato qui, in via Volturno. Per attraversare il presente fatto di una fame che si presenta almeno due volte al giorno, Salvatore ha scelto di mettere in vendita il suo passato, quello che gli è rimasto del suo passato. Ha steso un telo sul marciapiede e vende libri e dischi, i suoi libri, i suoi dischi. Con quello che guadagna mangia, fa qualche euro di benzina.

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“Nella vita ho sempre lavorato – dice Salvatore, jeans, giubotto e cappello di lana, di quelli che arrivano dalle Ande – Ero un grande appassionato di lirica e musica classica…”. E mostra i suoi dischi in vendita. Ero appassionato, dice Salvatore, mette al passato anche una passione che in cuore ha ma che è stato costretto a vendere, per salvare la dignità di uomo. Un giorno dopo l’altro va via un pezzetto della sua collezione, e meno male che va via, questo vuol dire poter mangiare a fine giornata. Con i dischi anche i libri, ma non c’è altro da fare.

Salvatore ha avuto alcuni lavori, ma anche le vecchie zie da curare, per ripagarle dell’amore che gli avevano offerto. Alla loro morte, si è ritrovato in strada, con il mondo del lavoro che gli ha sbattuto le porte in faccia. Poco il lavoro disponibile, troppi i suoi 50 anni. “So bene di essere troppo grande….il momento è difficile per tutti…per prendere una casa in affitto mi chiedono diverse mensilità in anticipo che non saprei come recuperare….Non mi restava che la mia vecchia auto, ho dovuto imparare a vivere così…”.

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Ma la storia di Salvatore non è solo storia di povertà e di passioni in vendita per fame. Salvatore ha saputo dare uno schiaffo alla società che l’ha ridotto così, una sberla a ciascuno di noi, infastiditi dalla parola solidarietà.

Salvatore per un pasto, per fare una doccia bussa alla Caritas o alla casa famiglia di Biagio Conte. La notte si mette dietro il vetri della sua Panda e ci guarda, arriva a bucare le mura delle nostre case e delle nostre indifferenze. Se ha un po’ di benzina, lascia via Volturno e va a fermarsi all’interno del Parco della Favorita. Meno insidie dice, e poi le stelle sono più vicine.

Siccome Salvatore ha dovuto vendere libri e dischi, ma non i sentimenti, sapete cosa è riuscito a fare? “Una sera davanti alla sede di Biagio Conte ho visto un ragazzo disperato. Riconosco la disperazione… Anche lui aveva bisogno di un tetto, gli ho offerto quello che avevo, un posto in macchina”. Piccola, grande Panda, da suggerire alla Fiat come spot.

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E così, al mattino in via Volturmo da qualche giorno a vendere libri e dischi sono in due . “Per me è il figlio che non ho mai avuto. Ci facciamo compagnia, parliamo del nostro passato, del presente, dividiamo l’incertezza del futuro… Nella disgrazia ho trovato un amico, anche se spero sempre che suo padre, come è giusto, lo riprenda a casa”.

Una casa popolare? “Vivo in auto, mi sono messo in graduatoria, mi hanno detto che potrei ottenere una buona posizione in graduatoria. Nell’attesa vado avanti, fino all’ultimo LP, fino all’ultimo libro… Hai visto che bella giornata?!”. Si, una bella giornata oggi a Palermo, bella e tiepida anche per Salvatore. Alla faccia della neve e del freddo, una impagabile giornata di primavera in pieno inverno, un dono del buon Dio, non si paga. Sole anche per il randagio color miele di Falcone e Borsellino. Ne approfitta, si stiracchia e fa un giro. Tornerà ai piedi di Giovanni e Paolo, nessuno lo caccerà.

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