Truffa europea sulle carte di credito
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Truffa europea sulle carte di credito

Provate a fare la spesa in Danimarca o a comprare un biglietto del treno in Olanda con una carta di credito italiana. Bastonata vietata dall'Ue eppure ignorata.

Truffa europea sulle carte di credito
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31 Gennaio 2012 - 13.59


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di Pino Bruno

Cadono le frontiere, si aboliscono i visti ma la Dogana delle Pecore, cioè l’arcaica gabella istituita in Puglia nel 1447 per tassare la transumanza degli armenti, è dura a morire anche in altri paesi dell’Unione Europea. Facciamo il caso delle commissioni sulle carte di credito.

Se provate a fare la spesa in Danimarca o a comprare un biglietto del treno in Olanda, costaterete che usare la Visa o l’American Express costa salato. Governi e banche locali hanno un approccio autarchico. Difendono l’uso delle carte di credito nazionali (Bancontact/Mr. Cash in Belgio, PIN nei Paesi Bassi, Pankkikortti in Finlandia, Dankort in Danimarca, Bancomat a Lussemburgo) a scapito di quelle internazionali. Alla faccia delle direttive europee e del progetto SEPA (Single Euro Payments Area), cioè l’area unica dei pagamenti in euro, che prevede strumenti di pagamento armonizzati per bonifici, addebiti diretti e carte di pagamento.

Eppure le norme europee sui servizi finanziari sono chiare: “Per i pagamenti internazionali in euro all’interno dell’UE, le banche non devono addebitare un costo superiore rispetto a quello previsto per una transazione nazionale del medesimo valore in euro. Questa norma si applica a tutti i pagamenti elettronici in euro, compresi:

• bonifici fra conti bancari in diversi paesi dell’UE

• prelievi da bancomat/sportelli automatici in paesi dell’UE

• pagamenti eseguiti mediante carte di debito o di credito all’interno dell’UE
•operazioni di addebito diretto

• rimesse di denaro.

I pagamenti internazionali in valute diverse dall’euro non sono soggetti a tali disposizioni. Inoltre, le banche dei paesi dell’UE che non utilizzano l’euro devono applicare le stesse commissioni previste per le transazioni eseguite all’interno dell’UE, qualora il pagamento o il bonifico avvenga in euro”.

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Nel 2007 la Commissione Europea aveva avviato un’indagine di settore, per verificare le violazioni alla norma, partendo dal presupposto che “Vi è il rischio dunque che le banche si servano del processo SEPA per giustificare gli aumenti delle commissioni che non sono né legate al SEPA, né necessarie all’instaurazione di un mercato interno dei pagamenti tramite carta. Le banche potrebbero, in particolare, addurre come pretesto la creazione del SEPA per giustificare l’introduzione di “commissioni interbancarie”, il che provocherebbe a sua volta un aumento dei prezzi al dettaglio”.

Per questo la Direzione Generale Concorrenza della Commissione aveva invitato “i consumatori a segnalare eventuali tentativi da parte di istituti bancari di giustificare aumenti dei prezzi con l’instaurazione del SEPA, onde poter adottare misure appropriate. Per contattare la DG Concorrenza rivolgersi al funzionario ncaricato delle relazioni con i consumatori al seguente indirizzo internet:

http://ec.europa.eu/competition/consumers/liaison_en.html

o inviare un messaggio di posta elettronica all’unità D.1 “Servizi finanziari” al seguente indirizzo:

Comp-D1-mail@ec.europa.eu”.

La scorsa primavera ho raccolto l’invito della Commissione e segnalato il costante salasso al quale sono sottoposti i cittadini di altri paesi della UE che fanno acquisti con le carte di credito in Danimarca.

Ecco la risposta, ricevuta pochi giorni dopo la denuncia, il 16 maggio 2011:

“Egregio Signor Bruno,

La ringraziamo per le informazioni da Lei trasmesse sulle carte di pagamento in Danimarca.
La Commissione è a conoscenza dei fatti esposti nella Sua denuncia e ha già intrapreso una serie di iniziative per risolvere il problema del trattamento discriminatorio nei confronti di cittadini dell’UE che utilizzano carte di pagamento emesse in altri Stati membri per acquisti effettuati in Danimarca. La stessa Commissione ha aperto un procedimento d’infrazione contro la Danimarca per violazione delle disposizioni del trattato sul funzionamento dell’Unione europea in materia di libera circolazione dei servizi.

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Conformemente alla direttiva relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno (2007/64/CE), ciascuno Stato membro è libero di decidere se permettere o vietare l’applicazione di una commissione aggiuntiva sui pagamenti con carte, tenendo presente la necessità di promuovere la libera concorrenza e favorire l’uso di mezzi di pagamento efficienti. Difatti questo tipo di commissione ci risulta essere vietato in paesi come la Germania e la Francia, ma consentito nel Regno Unito. Tuttavia riteniamo che si configuri una violazione del trattato nel momento in cui, come nel caso della Danimarca, l’addebito riguarda soltanto carte emesse da istituti esteri.

Le autorità danesi si sono recentemente impegnate ad affrontare l’argomento in maniera prioritaria e ad apportare le relative modifiche all’ordinamento nazionale. È necessario che tutti i cittadini dell’UE che usano una carta di debito o di credito in Danimarca beneficino dello stesso trattamento riservato ai cittadini danesi. Tali modifiche dovrebbero entrare in vigore nei prossimi mesi.
Nel caso in cui la presente risposta non dovesse entrare nel merito dei quesiti da Lei sollevati, La invitiamo a comunicarcelo per iscritto entro quattro settimane.

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Distinti saluti”.

In realtà le modifiche non ci sono state e in Olanda e Danimarca continuano ad applicare commissioni salate sui pagamenti fatti con le carte di credito. Così ho scritto nuovamente alla DG Concorrenza della Commissione Europea, chiedendo lumi sull’iter della procedura di infrazione, ma la risposta è stata questa:

“Siamo spiacenti di non poter dare una risposta positiva alla vostra richiesta. Lo scambio di informazioni tra la Commissione e gli Stati membri dell’UE si trova in questo stadio in modo confidenziale. La procedura diventa pubblica solo alla condizione che i colloqui non diano esito alcuno e la Commissione decide di sottoporre la questione alla Corte di giustizia europea”.

Intanto la Dogana delle Pecore continua a lavorare a pieno ritmo. Il 2 ottobre scorso ho acquistato tre biglietti del treno in Olanda. Quando ho mostrato la carta di credito, la bigliettaia l’ha accettata storcendo il muso, facendomi pagare una commissione di un euro (i biglietti costavano 13,60 euro).

Questo è invece l’avviso affisso nei supermercati danesi, davanti alle casse: dice che se si paga con una carta di credito non emessa in Danimarca, la commissione è dell’1,40 per cento. Mica poco, vi pare?

Un tempo le pecore pagavano dazio, per transumare da una regione all’altra. Oggi, nell’evoluta Unione Europea, si tassano le transumanze umane.

Se volete leggere l’articolo con tutti i link [url”cliccate qui”]http://pinobruno.globalist.it/2012/01/la-dogana-delle-pecore-e-le-carte-di-credito-in-europa/[/url].

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