Barletta: le vittime lavoravano in nero
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Barletta: le vittime lavoravano in nero

Quattro euro l'ora per tirare a campare. Lo spettro dello sfruttamento dietro la tragedia in Puglia. Niente tutele e diritti per le donne morte.

Barletta: le vittime lavoravano in nero
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redazione Modifica articolo

5 Ottobre 2011 - 08.44


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Lavoravano in nero, per 4 euro l’ora, le donne vittime del crollo di Barletta e anche quelle che si sono salvate a stento. Lo hanno denunciato i parenti delle vittime delle lavorarici morte nella maglieria.

“Mia nipote, 33 anni, prendeva 3,95 euro all’ora, mia nuora quattro euro: lavoravano dalle otto alle 14 ore, a seconda del lavoro che c’era da fare. Avevano ferie e tredicesima pagate, ma senza contratto. Quelle donne lavoravano per pagare affitti, mutui, benzina, per poter vivere, anzi sopravvivere”, ha raccontato la zia di una delle vittime.


Napolitano: “Tragedia inaccettabile”

La notizia arriva proprio nel giorno in cui il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, profondamente colpito dal tragico bilancio del crollo di Barletta, in un messaggio al Sindaco Nicola Maffei, ha espresso “sentimenti di commossa e affettuosa partecipazione al dolore delle famiglie delle vittime” e rivolto ai feriti “gli auguri di una pronta guarigione, manifestando all’intera comunità di Barletta, già duramente colpita negli anni da analoghi gravi eventi, la solidarietà di tutto il Paese”. Ma soprattutto ha detto che “l’inaccettabile ripetersi di terribili sciagure, laddove si vive e si lavora, impone l’accertamento rigoroso delle cause e delle responsabilità, e soprattutto l’impegno di tutti, poteri pubblici e soggetti privati, a tenere sempre alta la guardia sulle condizioni di sicurezza delle abitazioni e dei luoghi di lavoro con una costante azione di prevenzione e di vigilanza”.

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