Emergency: Azzarà sta bene e tiene duro
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Emergency: Azzarà sta bene e tiene duro

Primo contatto a un mese dal rapimento dell'operatore umanitario in Darfur.

Emergency: Azzarà sta bene e tiene duro
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14 Settembre 2011 - 17.19


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di Angelo Angeli

“Una settimana fa abbiamo avuto un contatto diretto con Francesco Azzarà. Ci ha detto che sta bene, per quanto possibile nella situazione in cui si trova. Mangia e beve e tiene duro”. Emergency, per voce della presidente Cecilia Strada, nel corso di un’audizione dinanzi alla Commissione straordinaria diritti umani del Senato, tranquillizza sulle condizioni di salute dell’operatore umanitario di Emergency nella regione sudanese del Darfur, a un mese dal rapimento.

Davanti alla commissione straordinaria presieduta dal senatore del Pd Pietro Marcenaro, Cecilia Strada ha ricordato che Azzarà “è stato rapito senza avere messo in atto nessun comportamento a rischio perché è stato preso di giorno mentre andava a prendere un collega all’aeroporto”.
Da quel momento, ha ricordato Strada, “abbiamo fatto un’opera di sensibilizzazione sulla popolazione locale con dei volantini che spiegano perché Francesco era lì e cosa stava facendo”.


I famigliari: “Viviamo il nostro dolore in silenzio”

“È una buona notizia quella resa nota da Emergency che ha sentito Francesco che sta bene e tiene duro”, ha detto Vincenzo Catalano, cognato di Francesco e portavoce della famiglia -. Noi viviamo il nostro dolore in silenzio – ha aggiunto Catalano – e vogliamo continuare a sperare che la liberazione di Francesco arrivi al più presto. Vogliamo ringraziare la Farnesina, Emergency e tutte le istituzioni che si sono mobilitate per il nostro caro Francesco”.

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L’appello dei genitori per la liberazione

I genitori di Francesco Azzarà vivono a Motta San Giovanni, nel reggino, ed hanno deciso, subito dopo il rapimento del figlio, di mantenere il silenzio stampa. “Preferiamo continuare a mantenere il silenzio stampa – ha concluso – perché riteniamo sia la cosa più giusta per il bene di Francesco. Ancora una volta ci appelliamo ai suoi rapitori per chiederne la liberazione. I genitori di Francesco stanno vivendo giorni di trepidazione in attesa di poter riabbracciare loro figlio”.

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