Strage in Darfur: 13 morti, la Farnesina: Azzarà non c'entra
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Strage in Darfur: 13 morti, la Farnesina: Azzarà non c'entra

L'operatore di Emergency rapito a Ferragosto. Si è trattato di un blitz fallito pagato a caro prezzo dai "liberatori". Tra le vittime molti agenti di polizia.

Strage in Darfur: 13 morti, la Farnesina: Azzarà non c'entra
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9 Settembre 2011 - 12.26


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di Angelo Angeli

È pesantissimo il bilancio della sparatoria avvenuta in Darfur tra la polizia locale sudanese e un gruppo di ribelli, nel tentativo di liberare 3 ostaggi occidentali, tra i quali l’operatore italiano di Emergency Francesco Azzarà, rapito a Ferragosto scorso.
Un portavoce della polizia locale, Ahmed al-Tughani, ha spiegato che giovedì nella regione orientale di Jebel Marra, c’è stato uno scontro a fuoco con i sequestratori, che ha definito “un gruppo di banditi e non ribelli”.
Si tratta di un blitz fallito? Al momento non ci sono altre notizie.
Ma la Farnesina smentisce che ci siano relazioni con l’italiano rapito.

Il rapimento dell’agosto scorso

Un operatore italiano di Emergency è stato rapito in Darfur. Si tratta di Francesco Azzarà, 34 anni, al lavoro nel centro pediatrico che la Ong italiana ha aperto in Sudan nel luglio 2010. Il rapimento – riferisce Emergency – è avvenuto sabato scorso, alle 17 ore locali.
Azzarà è stato prelevato a Nyala, capitale del sud Darfur, mentre si trovava in auto diretto verso l’aeroporto della città.

Lavorava come amministratore nel Centro pediatrico di Nyala

Il rapito, Francesco Azzarà, è alla sua seconda missione a Nyala come logista del Centro pediatrico di aperto in città nel luglio del 2010.
Francesco Azzarà fa parte da tempo dell’organizzazione di Emergency nell’ambito della quale si occupa di amministrazione.
I genitori di Azzarà vivono a Motta San Giovanni, un centro a circa 30 chilometri da Reggio Calabria, e sono pensionati dopo avere gestito per molti anni un bar.
Ad avvertirli del rapimento del figlio è stata stata la scorsa notte la Farnesina tramite i carabinieri. Emergency “ha immediatamente attivato in Darfur e a Khartoum tutti i contatti a sua disposizione ed ha altresì informato il Ministero degli Affari Esteri italiano”.

Emergency chiede la liberazione

Un team di Emergency, inoltre, sta seguendo gli sviluppi della situazione ed è in costante contatto con la famiglia, le autorità sudanesi e quelle italiane. Emergency chiede la liberazione immediata di Francesco Azzarà ed auspica piena collaborazione di tutti coloro che possano aiutare ad arrivare a un esito positivo di questa vicenda.

Frattini: “Ci sono delle piste”

La Farnesina conferma il rapimento dell’operatore di Emergency, chiede il silenzio stampa e assicura che il ministro degli Esteri Franco Frattini “sta seguendo personalmente gli sviluppi della vicenda”.
Lo riferisce una nota della Farnesina assicurando che sono stati attivati “tutti i canali disponibili presso le autorità locali per una soluzione della vicenda”.
Il ministro Frattini dice che ci sono dlele piste precise da seguire e l’Unità di Crisi della Farnesina, in stretto contatto con Emergency e la missione Onu in Darfur (Unamid) e in pieno coordinamento con l’Ambasciata a Khartoum, ha attivato tutti i canali disponibili presso le Autorità locali per una soluzione della vicenda.
Ma, d’accordo con Emergency, con cui si mantiene un collegamento continuo, la Farnesina chiede il silenzio stampa per facilitare la liberazione di Azzarà.

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