Ecco perché con l'autunno soffriamo di più di emicrania
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Ecco perché con l'autunno soffriamo di più di emicrania

Oltre 2 milioni e mezzo di italiani soffrono di cefalea con aura che risente della instabilità climatica, della riduzione delle ore di luce e anche della fine delle ferie

Ecco perché con l'autunno soffriamo di più di emicrania
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23 Settembre 2022 - 15.29


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Il cambio di stagione è un momento molto difficile per gli oltre 2,5 milioni di uomini e donne che in Italia soffrono di emicrania con aura. Si tratta di un particolare forma di cefalea nella quale il dolore è preceduto da alcuni sintomi reversibili visivi, motori, sensitivi, della parola e del linguaggio. “E’ evidente come alcuni fattori climatici-stagionali possono influire negativamente su tutte le forme di emicrania – afferma Giorgio Dalla Volta, Coordinatore Sezione Regione Lombardia della Società Italiana Studio Cefalee, S.I.S.C. e Direttore del Centro Cefalee dell’Istituto Clinico Città di Brescia-Gruppo San Donato.

La pressione barometrica, che cambia con l’arrivo dell’autunno, l’instabilità climatica, il cambio della luce dovuta al cambio di inclinazione del sole e la progressiva riduzione delle ore di luce esercitano un effetto destabilizzante sulle nostre reti neuronali inducendo una ulteriore destabilizzazione dell’ipereccitabilità neuronale della corteccia cerebrale dei pazienti emicranici. Ad aggravare ulteriormente la situazione c’è anche l’aumento dello stress tipico di questo periodo dell’anno in cui la bella stagione termina, le ferie diventano un lontano ricordo e riprendono a pieno ritmo le normali attività lavorative o scolastiche.

Per tutti questi motivi settembre/ottobre rischiano di essere mesi neri per molte persone afflitte da questa malattia neurologica“. “L’emicrania con aura non è un semplice mal di testa passeggero – prosegue il dott. Dalla Volta.-. è una patologia da non sottovalutare e che rende davvero difficile la vita di tutti i giorni. I sintomi legati all’aura possono durare anche un’ora e determinare una importante disabilità.

Il disagio e la spossatezza post-attacco tendono poi a proseguire anche nelle 24 ore successive. Più della metà dei pazienti ammette di avere gravi limitazioni a svolgere le proprie attività senza problemi mentre solo uno su dieci sostiene di riuscirci. Tutto ciò risulta molto problematico per l’intero sistema socio-sanitario dal momento che l’emicrania colpisce soprattutto la fascia di popolazione in età produttiva. Inoltre è quattro volte più frequente nelle donne rispetto agli uomini con tutto ciò che ne consegue per i singoli nuclei famigliari”. 

Contro l’emicrania con aura sono disponibili diverse tipologie di cure. “Come in ogni altra patologia alcune terapie farmacologiche possono non essere efficaci o scarsamente tollerate – continua Dalla Volta -. Da qui la necessità nella pratica clinica di approcci alternativi per il trattamento di questa patologia come, per esempio, il ricorso ai nutraceutici. Sono degli integratori alimentari in grado di fornire benefici per la salute e il loro uso sta diventando sempre più diffuso.

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