Nella mia Isola le donne elaboreranno le nuove idee
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Nella mia Isola le donne elaboreranno le nuove idee

Lettera aperta sull'essere donne, sui diritti, sulle battaglie. Sulle nuove idee che saranno la base di una società diversa. [Giovanna Casagrande]

Nella mia Isola le donne elaboreranno le nuove idee
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26 Novembre 2014 - 13.15


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di Giovanna Casagrande

Cara Cinzia, ti ricordi quando ci incontrammo la prima volta?

Parlammo di donne e stagioni, le stagioni che abbiamo dentro e che dovremmo sempre assecondare, si parlava di contraccezione e diventammo amiche scoprendo che la differenza anagrafica veniva superata dall’idea che avevamo di noi e del nostro corpo, di noi e della società in cui vivevamo, di noi e dell’idea che dovevamo essere noi a proporre e non ad assecondare proposte altrui che ci vedevano, noi donne, esseri accessori.

Chiacchieravamo sull’amore, sulla libertà di amare o smettere di amare, sul desiderio e sulla passione che non avesse quei lacci che vedono le donne come angeli o puttane, la libertà di essere se stesse senza essere figlie, madri, mogli, divorziate, zitelle, feconde o infeconde.

La Madre Terra, lei che dà la vita e la asseconda, quando si è preferito adorare il dio del potere e della guerra che la vita dà o toglie con violenza?
Ti ricordi quando parlasti delle donne Mosuo? Quanta perplessità quando raccontasti che nella loro lingua non esistono parole come “violenza”, “stupro”, quando parlasti della trasmissione per via materna dei beni e dei saperi?

Non esiste la proprietà privata, non esiste la proprietà dell’uomo sulla donna, non esiste neanche il matrimonio che sancisce la coppia, esiste la libertà di amarsi e di lasciarsi, di fare l’amore senza contratto, non esiste neanche la guerra e le attività sono comuni e i frutti del lavoro divisi equamente.

Mi sei venuta in mente oggi, giornata della retorica, giornata del cordoglio e delle promesse, mi sei venuta in mente perché nella mia Isola ideale le donne non potranno essere accessorie al potere maschile, le donne elaboreranno le nuove idee che saranno la base di una società diversa, contribuiranno a creare una diversa cultura in cui alla nascita bambine e bambini non saranno, perché naturalmente diversi, soggetto e oggetto, cresceranno sapendo che una società nuova ha donne e uomini che contribuiranno al suo sviluppo, che il potere sarà sostituito dall’autorevolezza, che una bambina con dovrà corteggiare, con battito di ciglia, un suo coetaneo per ottenere qualcosa, che “l’uomo è cacciatore” non implicherà che la donna sia la sua preda, che per le donne la bellezza non sarà un valore assoluto e la bruttezza una diminutio, che nelle scuole insegneranno alle bambine e ai bambini che una società paritaria è una società migliore, che le donne che non hanno bambini non sono donne a metà e che gli uomini che non hanno competenza non sono migliori di donne che ne hanno.

Cara Cinzia, penso alle mie amiche che aspettano il loro primo figlio, alle mie amiche che lo manderanno per la prima volta a scuola, penso agli zainetti rosa e celesti, alle barbie perfette a ai supereroi coraggiosi, penso alle madri delle adolescenti che sono nate con un immaginario ricco di donne bellissime e seducenti, diventate famose senza fatica, penso alle madri di adolescenti che sono nati con un immaginario ricco di uomini bellissimi e seducenti diventati famosi senza fatica e mi interrogo sul quando ci siamo fatte ingabbiare, sul quando abbiamo smesso di pensare che emanciparci significava superare la cultura maschilista senza farci blandire dall’idea che diventare come gli uomini ci avrebbe reso libere.

Se un Erdogan dalla Turchia dichiara che l’uguaglianza fra donne e uomini è contro natura, sappiamo bene che in altri luoghi l’ipocrisia non maschera completamente la differenza, non è l numero delle donne nelle istituzioni che consente che le donne siano effettivamente opportunamente rappresentate, non è nascondere che ogni donna ha una lettera in bianco nel cassetto che spiega perché tante giovani devono scegliere se lavorare o avere figli.

A un uomo non è mai richiesto questo, nella mia isola ideale a nessuna donna sarà chiesto di fratturare in porzioni la sua interezza.

Cara Cinzia, che fatica ci vuole a superare questa cultura maschilista, come possiamo superarla se ci insegnano da bambine che la nostra ambizione è un matrimonio felice?

Lo insegnano ancora se We World pubblica che il matrimonio è considerato il sogno di tutte le donne,mentre su un campione di 10 uomini 7 ritengono che per una donna sia più facile sacrificarsi per la famiglia.

Donne dotate di spirito di sacrificio e sembra sempre un complimento, donne dotate di santa pazienza e di forza che a volte le spinge alla morte, “lo volevo cambiare, lui diceva di amarmi e se mi picchiava me lo meritavo, dopo ho capito che non era così”, quante ne abbiamo sentite di frasi così?

Cara Cinzia, noi lo sappiamo cosa chiedono a noi donne, quando io ero bambina ci compravano le bambole, a mio fratello il pallone, dividendoci in maschi e femmine, anche adesso alle bambine regalano le bambole e le pubblicità insegnano loro ad essere bambole con le tette giuste e il giusto culo, lo predicano anche donne che si dovrebbero occupare di politica e cultura e invece si occupano di estetica.

Dobbiamo regalare, alle bambine e ai bambini, un nuovo modo di crescere, dobbiamo raccontare, alle bambine e ai bambini, che si può essere felici anche senza diventare famosi.

Dobbiamo trovare nuove parole, dobbiamo, noi donne, smettere di vederci attraverso l’immaginario maschile, dobbiamo, noi donne, trovare nuove parole e nuovi pensieri, dobbiamo, noi donne, trovare nuove parole, nuovi pensieri e un nuovo modo di stare con noi e con i nostri compagni perché la differenza non è contrasto, ma valore.

Cara Cinzia, mentre Luisanna è a Roma a parlare di centri antiviolenza e Rita a Cagliari fa altrettanto cosa dobbiamo fare noi? Sostenere donne come loro che dicono che “…lo squilibrio di potere fra i sessi si traduce nello squilibrio di potere economico come humus della violenza sulle donne…”

E una società giusta è una società che riconosce uguali diritti coloro che ne fanno parte, questa è la società che sogniamo e questa è la Nazione che vogliamo.

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