Guida pratica per imparare a scrivere un Buongiorno di Massimo Gramellini
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Guida pratica per imparare a scrivere un Buongiorno di Massimo Gramellini

Il gramellinismo è ormai un fenomeno studiato nelle università europee. Come si può ottenere una miscela così perfetta? Lo spiega il pezzo geniale di Andrea Dotti.

Guida pratica per imparare a scrivere un Buongiorno di Massimo Gramellini
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28 Settembre 2013 - 17.02


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Il gramellinismo è ormai un fenomeno studiato nelle università europee. Come si può ottenere una miscela così perfetta di buonismo, retorica pop? E in mille battute. Roba che fa impallidire Fabio Fazio e rende quasi ombroso il maestro indiscusso dell’arte retorica Roberto Saviano. Lo spiega il pezzo geniale di Andrea Dotti. Per la gioia dei numerosi fan di [url”Buongiorno un cazzo, resistenza culturale a Gramellini e al gramellinismo”]https://www.facebook.com/groups/buongiornouncazzo/[/url].

di Andrea Dotti

C’è quella tua collega di università che ti ha passato una volta gli appunti di filosofia teoretica che ti fa perdere la testa. Una ex lettrice di Cioè, passata a Vanity Fair in quinta liceo, con la passione di Instagram e le copertine di Internazionale. Su Facebook, la sua immagine del profilo in bikini vale la sua ossessione per il tasto “condividi” sugli oroscopi di Rob Brezsny, ché l’astrologia è roba da repressi, ma la rubrica di Brezsny è il massimo. Se sei alla soglia dei trenta e scrivi ancora come collaboratore al Gazzettino di Brembate, l’unica tua possibilità di conquistarla è dare una svolta alla tua vita professionale. Come?

Facile: seguendo questa breve guida su come diventare il vicedirettore di uno dei più importanti quotidiani d’Italia, curando una rubrica di mille battute. Sono poche regole, ma molto semplici da seguire. Costruisci anche tu il tuo Buongiorno di Massimo Gramellini.

1) L’Italia fa schifo! W l’Italia!

Caro e vecchio colpo al cerchio. E caro e vecchio colpo alla botte. La prima regola è la più importante: l’Italia è un Paese pieno di contraddizioni. Non mancare mai di sottolineare come questo Paese sia immorale e corrotto. Ma anche bello, unico e affascinante. Soffermati sul più antico dei luoghi comuni dell’italianità: la capacità di essere la malattia e la cura di se stessa. Insomma, riduci il tuo ragionamento a una puntata di Dottor House: la prima ipotesi è sempre malattia autoimmune.

È vero, abbiamo inventato ed esportato le mafie e il fascismo, siamo un popolo di furbi e arrivisti. Ma abbiamo un mare stupendo e l’ospitalità della nostra terra non la trovi da nessuna altra parte. E poi siamo solidali tra di noi. In altri termini, facciamo schifo, ma siamo abbastanza scafati da cavarcela sempre, in un modo o nell’altro.

Gioca molto sulla dicotomia brutto/bello. È un ottimo escamotage per emozionare il lettore. In fondo tu non sei un giornalista, ma un poeta contemporaneo e l’emozione è tutto. Questo modo di procedere, inoltre, ti aiuterà a non dover argomentare un bel niente: la contraddizione intrinseca dell’Italia è già una risposta.

Alcuni esempi:

• Mafia, ‘ndrangheta e camorra? Falcone, Borsellino e Impastato.

• Schettino? Gregorio De Falco.

• Duce? Fratelli Cervi.

• Sindaco sceriffo che toglie la mensa ai figli dei morosi? Imprenditore filantropo che copre tutte le spese.

Facile, no?
Non dimenticarti di darti un tono, in fondo sei un intellettuale. Ma non esagerare. Per cui intervalla citazioni colte con un po’ di sana cultura popolare. Soffermati il più possibile sul risorgimento, in modo che tu riesca a mettere insieme Pulcinella e Mazzini e Garibaldi. Ma soprattutto Cavour, più qualche ricordo del Grande Torino e il Filadelfia. E ogni tanto tira in mezzo Indro Montanelli, che male non fa.

2) L’amore vince sempre sull’odio

Quando Silvio Berlusconi si inventò questo slogan ho temuto che Gram e gli autori di Harmony ne chiedessero il copyright. Invece no, perché tra uomini di cultura scambiarsi le idee è buona prassi. Il consiglio è: miele a tonnellate. La dolcezza non passerà mai di moda, come Beverly Hills 90210. Alla peggio ti pubblicheranno sulla Smemoranda.

Anche in questo caso gioca molto sul contrasto. Qualcosa tipo: nonostante sia un mondo schifoso ci sono storie che ti riconciliano con il genere umano. In sostanza, cerca di mettere nero su bianco la metafora del fiore che cresce in città, contro tutte le avversità, contro il cemento e contro la bestialità dell’uomo.

Hai carta bianca, ma ti consiglio alcune accortezze. Alcuni errori potrebbero costarti caro. Innanzi tutto, cerca di non parlare di sesso – a meno che non si tratti di Berlusconi, vedi ultimo capitolo -, ché è volgare. In secondo luogo, ricorda che sono le donne le portatrici sane di bellezza. L’idea che ci siano donne stronze non ti deve neanche venire in mente. Può sembrare un sciocchezza, ma da qui all’accusa di maschilismo il confine è sottile. E si sa: la lobby del comitato Se non ora quando può farti perdere il posto di lavoro da un giorno all’altro. Infine, ricordati: due amanti ultra ottantenni non sono ripugnanti, sono dolcissimi.

Tieni sempre a mente che il mondo è bello: da qualche parte c’è sempre una vecchietta con la pensione minima che condivide la sua magra cena con i barboni alla stazione.

3) La crisi e la casta.

Sul crollo dell’economia e sulla disoccupazione quotidiani come Stampa e Repubblica hanno costruito un impero. Da 5 anni a questa parte i titoli delle prime pagine sembrano scritti con Ruzzle e i ricercatori Istat sembrano essere gli unici a conservare il posto fisso.

In un contesto del genere hai una letteratura immensa dalla quale attingere idee per la tua rubrica. Una valigia di luoghi comuni e storie riscaldate praticamente senza fondo. Per iniziare puoi andare sul classico, tipo:

1. disoccupazione giovanile;

2. fuga dei cervelli;

3. imprenditore strozzato dalle tasse;

4. commerciante onesto che nonostante sia con l’acqua alla gola è fiero di emettere scontrini;

5. lavori che i giovani non vogliono più fare;

6. precariato diffuso;

7. giovani creativi che si inventano il lavoro;

8. 50enni disoccupati che si inventano un lavoro;

9. 50enni disoccupati che non possono inventarsi il lavoro;

10. siamo tutti sulla stessa barca.

Cose così, la scelta è ampia.
Tutto questo però non basta. Storie di questo tipo sono alla portata di tutti, il vero fuoriclasse contestualizza e non si lascia sfuggire il paragone con la casta mangiona e scialacquona. Per ogni lavoratore onesto, c’è un politico che sperpera denaro pubblico per organizzare la Sagra del Rutto Libero. Per ogni pensionato che non ce la fa ad arrivare alla fine del mese, c’è un consigliere che si fa la doccia con lo champagne.

Non lasciarti sfuggire il paragone con gli eldoradi europei. Non mancare mai di ricordare quel sindaco di un comune nell’entroterra norvegese che alimenta il fabbisogno energetico dell’intera città con i pannolini di suo figlio o quel parlamentare tedesco che si è dimesso per aver fatto l’abbonamento premium a YouPorn.

La casta va bastonata, ma ancora una volta la parola d’ordine è moderazione. Non scrivi per il Fatto Quotidiano e non devi candidarti con il Movimento 5 Stelle. Per questo motivo, ricorda sempre che se il mondo è bello, la politica è ancora più bella e non sono tutti uguali. Ci sono anche parlamentari onesti che pensano al bene comune. E spesso sono donne.

4) Silvio e il copiaincolla

Scrivere una rubrica quotidiana di mille battute è cosa difficile. Ti porta via almeno 17 minuti al giorno per la stesura e una lettura dei quotidiani di almeno 10. Se aggiungi quei tre minuti per rileggere e bearti della tua bravura, fa mezzora. Può capitare, inoltre, di essere senza argomenti. Ma non disperare.

Secondo uno studio dell’Università di Trofarello il tag Silvio Berlusconi è tra i più ricercati della rete, dietro solamente ad amateur hot wives e Napoli Calcio. Il suo nome, sempre secondo UniTrofarello, parrebbe essere il più pronunciato nella coda alle poste il sabato mattina. Se dovessi trovarti a corto di idee e la cronaca del tuo quotidiano non ti fornisce spunti, scrivi un bell’editoriale sul leader più amato dalle casalinghe di Voghera. Puoi attaccarti all’ultima barzelletta sconcia raccontata dall’ex premier al convegno Famiglia e Cristianità. Puoi citare una delle sue tante cause pendenti o passate in giudicato. Puoi ironizzare sulla passione per le giovani donne straniere.

Ma B. non è l’unica ancora di salvataggio. Nella tua casella email potrai trovare un sacco di messaggi dei lettori. In quel caso apri le virgolette, copia, incolla e chiudi le virgolette. Tempo stimato: un minuto. Te ne restano 29 per vedere una puntata completa di Scrubs. Molte saranno catene di sant’Antonio. In quel caso ti basterà cancellare la frase finale “invialo a 50 contatti e passerai una notte di fuoco con Beyonce”. Altre saranno bufale, ma non preoccuparti, non spetta a te verificare. Quello è il compito dei giornalisti veri.

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