Comunione e liberazione: la Tangentopoli devota
Top

Comunione e liberazione: la Tangentopoli devota

Le indagini sulla Regione Lombardia scoperchiano l'intreccio tra clericalismo e affari. Nel silenzio assordante della Chiesa.

Comunione e liberazione: la Tangentopoli devota
Preroll

Desk Modifica articolo

17 Ottobre 2012 - 22.04


ATF
di Claudio Tanari

Esiste una “questione morale” per la Chiesa cattolica?

Di fronte a Tangentopoli 2, che vede protagonisti soprattutto esponenti politici riconducibili alla destra devota, il silenzio delle gerarchie vaticane rivela un tangibile imbarazzo. O un’interessata rimozione?

Lo stretto, inestricabile connubio fra clericalismo e affari (spesso maleodoranti) emerso nelle recenti vicende giudiziarie che coinvolgono le istituzioni della Regione Lombardia è, da questo punto di vista, più che eloquente.

Tutto ha inizio nel febbraio 2011, con il crack dell’ospedale San Raffaele gestione don Verzé / Mario Cal, ex-vicepresidente della Fondazione Monte Tabor, per proseguire con la condanna di Pierangelo Daccò responsabile del dissesto del fiore all’occhiello della sanità lombarda. Sanità di cui era assessore regionale Antonio Simone, coinvolto nel giro di vacanze alle Maldive pagate dal Daccò di cui sopra allo stesso “Celeste” (leggi: Roberto Formigoni). Il resto è storia recente: l’assessore alla casa della Regione Lombardia Domenico Zambetti, Pdl proveniente dalle fila dell’Udc, è stato accusato di voto di scambio in odore di ‘ndrangheta.

Tutti questi personaggi entrano nelle stanze dei bottoni in quota Comunione e liberazione. Come il presidente della Compagnia delle Opere di Bergamo, Rossano Breno, da martedì 16 ottobre indagato per aver ricevuto dall’imprenditore Locatelli un bel po’ di denaro per costruire una scuola di Cl. L’inchiesta era partita dall’arresto di Franco Nicoli Cristiani, ex assessore regionale Pdl, e aveva scoperchiato un traffico di tangenti utili a sbloccare l’apertura di una discarica di amianto nel Cremonese.

“La politica è passione” recita il titolo della biografia dell’assessore regionale all’Ambiente e all’Energia, alias Il Cinghialone, alias Il Ghiro, alias Bubble-gum.

I riferimenti alti, in effetti, non mancano: don Luigi Sturzo per Paolo Coraci, il catto-massone romano indagato per associazione mafiosa; Tremonti, Dell’Utri e Gelli per Roberto Mezzaroma, convinto militante del Movimento etico per la difesa internazionale del crocifisso. Più ambiziosamente, la madonna di Medjugorie per un altro Celeste, Alfredo, sindaco di Sedriano (MI) accusato di corruzione ma impavido obiettore di coscienza contro i matrimoni civili.

Silenzio assordante da Oltretevere.
Ma è ancora davvero decisiva l’osservanza confessionale? Le buone relazioni con gli ambienti ecclesiastici (e con i loro interessi umani, troppo umani) possono ancora fare la differenza nell’agone politico? Detto in soldoni: quante divisioni ha il Vaticano?
Persino gli storicamente timorati elettori cattolici statunitensi sembrano essersi definitivamente liberati della tutela delle gerarchie: una recente indagine del [url”Secular News Daily”]http://www.secularnewsdaily.com/[/url] su un campione di mille persone ha rivelato che l’83% non sente nessun obbligo nel votare candidati indicati dai vescovi mentre il 76% ritiene che i politici cattolici siano liberi di non seguire le indicazioni della Chiesa su temi eticamente rilevanti.

[GotoHome_Home]

Native

Articoli correlati