Comunione e Liberazione e il terrore della Banana
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Comunione e Liberazione e il terrore della Banana

Riportiamo uno stralcio di discussione avvenuta sulla bacheca del social network facebook, tra dei ciellini e alcuni “comuni mortali”.

Comunione e Liberazione e il terrore della Banana
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12 Luglio 2011 - 12.52


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La notizia è di quelle che fa discutere, come discutere fanno tutte le conquiste sociali e culturali. Da sempre le forze e gli attori sociali presenti all’interno della società cercano di influenzare e di incidere sulla struttura degli interessi della stessa. L’obiettivo può essere duplice: il mutamento da una parte; la conservazione dello status quo dall’altra. Da una parte chi spinge per il cambiamento, dall’altra chi, per paura del nuovo o per tutelare vecchi privilegi, cerca di arrestare o rallentare il progresso. Da una parte i progressisti e dall’altra i conservatori.

Analizziamo queste posizioni prendendo spunto dalla decisione di New York che dice sì, tra gli applausi nell’aula del Senato, alle nozze tra omosessuali, divenendo così il sesto stato statunitense a compiere questo passo di civiltà. L’opinione pubblica d’oltre oceano si spacca, come naturale che sia quando si ha a che fare con un evento storico di questa portata, tra i favorevoli e i contrari. Sintetizzando possiamo dire: favorevoli i progressisti e contrari i conservatori.

E che succede in Italia? Come prendono la notizia i conservatori cattolici?

Riportiamo, con qualche breve commento, uno stralcio di discussione avvenuta sulla bacheca del social network facebook, tra dei ciellini (ovvero due esponenti della potente lobby conservatrice cattolica Comunione e Liberazione che d’ora in avanti per comodità e rispetto della privacy chiameremo CL1 e CL2) e alcuni “comuni mortali” che d’ora in avanti, per le stesse ragioni, chiameremo CM1 e CM2. Crediamo che questa discussione sia emblematica per capire il grado di civiltà del nostro paese, o meglio di una parte di esso.

CL1 esordisce con una battutona degna delle peggiori bettole di Caracas: “Ormai siamo alla frutta, più precisamente alla banana”. La paura della sessualità da una parte o la banale sessualizzazione dall’altra, i riferimenti più beceri agli organi genitali e le allusioni volgari in riferimento ai Gay, sono un tratto distintivo dei ciellini ogni qualvolta parlano di omosessualità. Non riescono a concepire che anche tra chi ha gusti sessuali diversi dai loro esiste l’amore e che due persone, a prescindere dal loro sesso, possono amarsi.

‎Sempre CL1 “In due anni i movimenti per i diritti dei gay hanno promosso con efficacia la loro causa: i senatori repubblicani più intransigenti sono finiti nel mirino di campagne mirate, a rischio di perdere il seggio”. Questa si che è della gente che vive in perenne pericolo il mancato rispetto dei loro diritti. Mica i bambini che muoiono di fame o le ragazze che tra mille difficoltà decidono di non abortire.. i gay saranno certamente più gai, ma siamo sicuri che si tratti di un passo avanti per la civiltà? Il Ciellino incalza. E tira in ballo un argomento che mette d’accordo tutti, ovvero i bambini che muoiono di fame: chi non è d’accordo? Esiste qualcuno che pubblicamente può affermare il contrario? Ciò su cui si dissente è l’accostamento. Perché accostare la battaglia civile per le unioni tra omosessuali e i bambini che muoiono di fame? I gay che si sposano rubano forse risorse ai bambini? Per ogni coppia gay che si sposa aumentano forse i bambini che muoiono di fame? Francamente non si capisce l’accostamento (sembra la Brambilla che quando a Ballarò fu incalzata da Soru sul tema dell’occupazione ribatté parlando dei cani randagi in Sardegna…). E poi immancabile il richiamo all’aborto e anche qua non si capisce l’accostamento: “le ragazze che tra mille difficoltà decidono di non abortire”. A volerla dire tutta, casomai a me pare il contrario visto e considerato che il 70% dei ginecologi italiani si dichiara obiettore di coscienza (non è chiara la percentuale di coloro che dichiarano la loro contrarietà all’aborto per motivi di coscienza o per non voler svolgere il proprio dovere), che molti medici nei pronto soccorso non prescrivono la pillola del giorno dopo e addirittura alcune farmacie non vendono la pillola contraccettiva (conosco una farmacia in Anglona, tra l’altro l’unica del paese, che non vende neanche i profilattici). I ciellini son così: ogni tre parole tirano in ballo l’aborto, non accettano che l’Italia e gli italiani abbiano scelto, con un referendum democratico, la legalizzazione dell’aborto e che in tutta Europa, tranne la Polonia, Malta, l’Irlanda e qualche altro stato, si faccia così.

A questo punto interviene una persona che andrebbe condannata dal tribunale dell’Aia per crimini contro l’umanità. CL2: “Vesuvio per tutti”. Già chi è diverso (da loro) va bruciato, un po’ come Hitler faceva con gli ebrei, gli zingari e gli omosessuali appunto. Non c’è grossa differenza tra queste posizioni.

Poi, durante la discussione, interviene anche la mannaia della censura. Qualcuno protesta, qualcuno inveisce, si fa riferimento ad una “deriva oscurantista…”. Altri post dello stesso tenore e poi i ciellini cedono e promettono di non censurare, contrariamente a quanto la Chiesa ha fatto per secoli e secoli. La discussione va dunque avanti.

Tagliamo alcuni commenti per comodità, ma offro un breve sunto. Si parla, in un botta e risposta, di sacralità del matrimonio: CL2: “A parte che queste nozze sono fasulle, in quanto sono unioni civili, in comune, poi non sò se a NewYork le facciano in comune, comunque stà di fatto che non sono matrimoni sacramentali, cioè unioni con rito cristiano. Quindi smettiamola di chiamarli “MATRIMONI”. Insomma per i ciellini solo quello tra uomo e donna e, per giunta, celebrato dinanzi a Dio è degno di essere considerato matrimonio, gli altri sono poco più che una copia sbiadita. Poi CL2 parlando degli omosessuali che liberamente decidono di sposarsi, in uno slancio di analisi teologica e politologica al contempo, e in maniera piuttosto garbata asserisce: “Non sottraggono valore al Matrimonio Cristiano, ma tolgono valore a loro stessi come uomini, perchè inchiappettarsi a vita facendo finta di essere sposati non è cosa bella ma piuttosto infelice!!!). Oh, santo Iddio, ecco qui il punto. I gay sono peccatori e non si accorgono nemmeno di peccare: nessun perdono; per loro non vale neanche quel “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno” gridato in croce. Sono infelici e non lo sanno: è questo il punto secondo i ciellini. È qui che allora arriva la loro missione divina: spiegare ai gay che “inchiappettandosi” “per tutta la vita tolgono valore a loro stessi come uomini”. Insomma la devono smettere con “queste pratiche contro natura”. E poi ancora: “perché facendo finta di essere sposati” si rendono “infelici”.

A parte che sposandosi non fanno finta di essere sposati, ma si sposano per davvero, e poi come può una persona giudicare la felicità o l’infelicità dell’altro e permettersi di sentenziare sulle altrui scelte? Poco più avanti CL2 ce lo spiega. O meglio prova a spiegarlo. “Avendo avuto una educazione Cristiana grazie ai miei Amici [l’ho sempre detto che frequentando brutte compagnie si finisce male… N.d.R.], ho compreso che nella vita bisogna guardare oltre il proprio naso, quindi non esisto solo io, ma come desidero il BENE per me lo desidero anche per il mio prossimo, compresi i gay… Per questo dico, ilaricamente, che inchiappettarsi a vita facendo finta di essere sposati non è bello ma infelice! Capisci?”. Non so voi, ma io francamente non ho capito questo passaggio. Allora, caro Ciellino, vediamo se ho capito bene: tu vuoi guardare oltre il tuo naso e vuoi bene al prossimo. Lodevole come principio e sono d’accordo con te. Ma: ma se vuoi bene al tuo prossimo e lui/lei si sente felice amando uno/una del proprio sesso, perché tu dovresti impedirglielo? Se poi decidono anche di unirsi in matrimonio e coronare così il sogno d’amore della loro vita, perché non dovresti essere felice? Cosa ti turba del loro amore? E perché credi che amandosi in realtà fingono a se stessi e sono infelici? Se partissi dal tuo principio e valutassi il mondo dalla mia presunta posizione di superiorità morale e forte dell’appoggio del mio Dio potrei dire: volendo bene io al prossimo mio come me stesso e credendo che essere single tutta la vita sia la cosa giusta, dovrei vietare per legge i matrimoni, etero o gay che siano, perché chi si sposa crede di essere felice e invece non lo è. O ancora: se fossi sposato e fossi felice e se credessi che il mio Dio vuole il matrimonio per tutti, dovrei vietare per legge a chiunque di rimanere single, perché così non è felice. Chi mi da la superiorità morale per decidere sulla felicità altrui? Un conto è ciò che legittimamente credo, un conto è imporre anche agli altri, per legge, il mio legittimo pensiero. Questo è quanto fanno le dittatura e le teocrazie. Ricordo che i peggiori crimini della storia sono stati commessi proprio in nome della presunta superiorità morale o del bene supremo. I Pol Pot mandavamo le persone nei campi di rieducazione, perché erano fermamente convinti che loro fossero in una posizione di superiorità morale e che quella fosse la cosa giusta per il bene dell’altro e del “popolo”. Hanno fatto più di tre milioni di morti. Stessa cosa Stalin e Hitler con i loro campi di concentramento e, in misura diversa, la Santa Inquisizione che bruciava in piazza i peccatori, ovvero coloro che, a loro insindacabile giudizio, sbagliavano. La differenza è che oltre alla presunta superiorità morale questi regimi avevano anche la possibilità di esercitare la violenza e la coercizione per far rispettare la loro posizione di dominio. Oggi, per fortuna, gli interessi e i principi di una società sono frutto di un negoziato tra gli interessi privati e legittimi dei cittadini e nessuno è più nella condizione di esercitare e imporre la propria autorità morale con la violenza.

A New York i legali rappresentanti degli interessi dei cittadini hanno deciso che anche i gay hanno il diritto di sposarsi e questo è un bel segno di civiltà e di progresso dei diritti. Pensare che chi decide di amare prima e sposare dopo una persona del proprio sesso sia in realtà una persona infelice è una cosa obbrobriosa e figlia di una mentalità oscurantista e degna della Santa Inquisizione o, peggio ancora, di persone come Giovanardi.

Gli spunti tratti da questa discussione continueranno sempre su questi schermi, sempre che la mannaia della censura non si abbatta su di noi, come ai tempi della Santa Inquisizione.

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