Una vita altrove
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Una vita altrove

Parabola. [Federico Biscione]

Una vita altrove
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Federico Biscione Modifica articolo

2 Ottobre 2011 - 23.06


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C’è una famiglia, una famiglia numerosa, con tanti tanti figli. I figli sono tutti diversi, ognuno ha la sua storia e il suo stile di vita: ci sono quelli che studiano e sono bravi a scuola, quelli un po’ più svogliati, che combinano poco, quelli francamente molto viziati e che vogliono sempre tante caramelle, e qualcuno, di quelli più grandi, che è addirittura drogato. Per ognuno il buon padre di famiglia, per il quale sono tutti piezz’e còre, è costretto a spendere un tot: per tutti ci sono vestiti e scarpe, più le spese mediche, il dentista eccetera. Quelli viziati e quello drogato, naturalmente, sono quelli che costano di più.

Un bel giorno càpita una crisi generale: i prezzi aumentano, la benzina sale, il padre non guadagna più come una volta, insomma: arriva il momento di stringere la cinghia.

Cosa fa il buon padre di famiglia? Comincia a risparmiare sui vestiti, meno capi firmati, e passerà ai più piccoli gli abiti smessi dei più grandi, si andrà al cinema meno spesso, e meno spesso si avrà il gelato dopo cena, e si rinuncia alla pizza il sabato sera; si toglie l’abbonamento a Sky, e si andrà meno in vacanza; poi si farà in modo di scuotere i figli pigri, che si mettano in testa anche loro di rigare diritto; quelli viziati dovranno rinunciare alle caramelle superflue, e quello drogato dovrà andare in comunità a disintossicarsi.

È un buon momento, in definitiva, che da a tutti una possibilità di migliorarsi, senza rinunce estreme.

Invece un padre egoista lascerà che i figli svogliati, quelli viziati e il drogato rimangano esattamente come sono (tanto chissenefrega), e comincerà a togliere l’abbonamento a internet, a diradare e poi sospendere le visite dal dentista, a non comprare più i libri per la scuola; poi venderà la macchina e quindi l’argenteria di famiglia.

Nel medio termine chi ci avrà rimesso di più saranno i figli più bravi, che dovranno rinunciare all’istruzione (pur desiderandola) e quindi a un futuro di prosperità; e immotivatamente non avranno denti sani (pur non pesando molto sul bilancio familiare), e non potranno più ereditare l’argenteria, che sarà servita a pagare le caramelle dei viziati e le dosi del drogato.

Ma nel lungo termine, visto che la crisi non molla, si dovrà vendere pure la casa.

E a quel punto in mezzo alla strada ci staranno tutti: anche quelli che in partenza erano stati bravi saranno diventati ignoranti e avranno i denti guasti. Ma tutti avranno ancora l’abbonamento a Sky e gli abiti firmati, quelli viziati le tasche piene di caramelle e l’altro la sua felicità artificiale.

E il padre egoista, che per sé non ha tagliato nulla (e si è mantenuto segretamente un gruzzolo privato), mollerà tutti e si andrà a rifare una vita altrove. Con l’aiuto di quelli cui ha svenduto tutto, che certo un minimo gli saranno riconoscenti.

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