In ricordo di Ines Bedeschi, partigiana medaglia d'oro al valor militare fucilata dai nazifascisti
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In ricordo di Ines Bedeschi, partigiana medaglia d'oro al valor militare fucilata dai nazifascisti

Ines Bedeschi, non ancora trentenne quando si unì alla Resistenza, emergeva rapidamente come una delle migliori staffette nel comando militare unificato dell’Emilia Romagna.

In ricordo di Ines Bedeschi, partigiana medaglia d'oro al valor militare fucilata dai nazifascisti
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28 Marzo 2024 - 02.09


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Ines Bedeschi, non ancora trentenne quando si unì alla Resistenza, emergeva rapidamente come una delle migliori staffette nel comando militare unificato dell’Emilia Romagna. La sua dimora diventò un punto di incontro cruciale per i partigiani, e Ines venne incaricata di missioni di grande importanza. Durante una di queste missioni, il 23 febbraio 1945, fu catturata dai nazifascisti.

Fu tenuta prigioniera e torturata per settimane. Lei, però, non parlava. E giorno dopo giorno, per un mese intero, il suo corpo veniva sottoposto a sevizie e torture. “Non ho parlato e non parlerò” continuava a dire. Fu fucilata il 28 marzo 1945.

Insieme a lei, furono condannati a morte Gavino Cherchi, insegnante e partigiano sardo di 34 anni, e Alceste Benoldi, militare e partigiano di 36 anni. Anche i loro corpi furono gettati nel Po e mai più ritrovati.

L’11 settembre 1968, con decreto presidenziale, le fu conferita la medaglia d’oro al Valor Militare. La motivazione recitava: “Guidata da un ardente amore per la Patria, si unì alle formazioni partigiane operanti nella sua regione fin dall’armistizio, distinguendosi subito per il suo spirito elevato e la sua intelligente iniziativa. Affrontò le missioni delicate assegnatele con coraggio, ignorando i rischi e i pericoli che doveva affrontare, nonostante la costante sorveglianza del nemico. Scoperta, arrestata e brutalmente torturata, scelse il sacrificio supremo piuttosto che tradire i suoi compagni di lotta”.

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Le donne nella Resistenza rappresentarono un pilastro fondamentale, anche se spesso ignorato, della lotta contro l’occupazione nazifascista. La loro partecipazione, sia attiva che di supporto, fu cruciale per il successo della Resistenza.

Il contributo femminile alla Resistenza fu enorme e variegato: dalle contadine che rischiavano la vita per portare viveri ai partigiani, alle casalinghe che fornivano indumenti e supporto logistico, alle operaie che sabotavano la produzione per il nemico. Molte di queste donne non cercarono mai riconoscimenti, ma la loro dedizione e il loro coraggio non devono essere dimenticati.

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