Secondo il Pentagono oltre il 40% delle forze russe sono in posizione d'attacco
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Secondo il Pentagono oltre il 40% delle forze russe sono in posizione d'attacco

Gli Stati Uniti stimano che il numero di truppe russe dispiegate nell'Ucraina settentrionale, orientale e meridionale sia superiore a 150 mila unità.

Secondo il Pentagono oltre il 40% delle forze russe sono in posizione d'attacco
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19 Febbraio 2022 - 09.00


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Secondo il Pentagono, più del 40% delle forze russe ammassate ai confini dell’Ucraina sono ora in una posizione di attacco. Gli Stati Uniti stimano che il numero di truppe russe dispiegate nell’Ucraina settentrionale, orientale e meridionale sia superiore a 150 mila unità, da mercoledì osservano i movimenti delle truppe russe verso il confine. “Il 40-50% e’ in posizione di attacco. Si sono schierati in punti di raccolta tattici nelle ultime 48 ore”, ha detto ad alcuni giornalisti il funzionario del Dipartimento della Difesa statunitense che ha chiesto l’anonimato.

I punti di raccolta tattici sono aree vicine alla linea del fronte dove un’unità militare si raduna prima di lanciare un’offensiva. Il funzionario ha affermato che venerdì Mosca aveva 125 battaglioni dell’esercito vicino ai confini ucraini, rispetto ai 60 in tempi normali e agli 80 all’inizio di febbraio.

Intanto il capo dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, Denis Pushilin, ha annunciato la mobilitazione generale. Secondo quanto riferisce l’agenzia Ria Novosti, in un video messaggio, Pushilin, ha esortato i connazionali “in riserva” a recarsi “ai commissariati militari. Oggi -ha spiegato- ho firmato un decreto per la mobilitazione generale”.

Leggi anche:  La Russia vuole un 'cordone sanitario' in Ucraina per mettere fine al lancio di missili sul suo territorio

In precedenza, i capi delle repubbliche filorusse, Donetsk e Lugansk, avevano annunciato l’evacuazione temporanea dei cittadini in Russia, nella regione di Rostov, partendo da donne, bambini e anziani. Secondo Pushilin, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ordinera’ presto ai militari di lanciare un’offensiva nel Donbass per invadere il territorio delle autoproclamate repubbliche separatiste. ù

E proprio a Donetsk e Lugansk ieri sono esplose due autobombe. A Donetsk, in particolare, l’esplosione è avvenuta a pochi decine di metri dal palazzo del governo. L’auto è andata completamente distrutta, non ci sono state vittime e il capo delle milizie, Denis Sinenkov, ha fatto sapere che era sua la jeep esplosa nel parcheggio all’esterno dell’edificio governativo e che sta “bene”. L’incidente avviene dopo i timori degli Usa, ripetuti in maniera ossessiva nelle ultime ore, che ci possa essere un ‘casus belli’ che inneschi la reazione militare russa.

Sono state frutto di sabotaggio le due esplosione avvenute ieri sera Lugansk, lungo la linea di contatto nel Donbass. Lo ha dichiarato il direttore generale del “Luganskgaz” Tatyana Bogorodko. Secondo i media locali, le due esplosioni sono avvenute in un gasdotto. 

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