Effetto Lula: in Amazzonia ad agosto la deforestazione è scesa del 66,11%
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Effetto Lula: in Amazzonia ad agosto la deforestazione è scesa del 66,11%

La deforestazione nell'Amazzonia brasiliana è scesa del 66,11% ad agosto, al livello più basso del mese dal 2018. Lo ha affermato il ministro dell'Ambiente brasiliano, Marina Silva

Effetto Lula: in Amazzonia ad agosto la deforestazione è scesa del 66,11%
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7 Settembre 2023 - 00.30


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La deforestazione nell’Amazzonia brasiliana è scesa del 66,11% ad agosto, al livello più basso del mese dal 2018. Lo ha affermato il ministro dell’Ambiente brasiliano, Marina Silva, riferendo che si tratta di un segno significativo per la sua politica ambientale, poiché in questo periodo dell’anno la distruzione spesso aumenta.

I dati satellitari dell’agenzia di ricerca spaziale brasiliana INPE hanno indicato che nel mese sono stati abbattuti 563 km quadrati di foresta pluviale, un calo del 66,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Secondo i dati INPE, nei primi otto mesi dell’anno la deforestazione è diminuita complessivamente del 48% rispetto allo stesso periodo del 2022.

Risultati sicuramente molto graditi dal presidente brasiliano Lula, che ha promesso di porre fine alla deforestazione nella regione entro il 2030, dopo che la distruzione è aumentata sotto il suo predecessore, Jair Bolsonaro, che ridusse drasticamente gli sforzi di protezione ambientale. In precedenza, Lula aveva celebrato il declino della deforestazione scrivendo sui social che “è il risultato del grande lavoro del ministero dell’Ambiente e del governo federale”.

Alcuni esperti temevano che il significativo calo di oltre il 40% della deforestazione osservato nei primi sette mesi dell’amministrazione Lula avrebbe potuto essere messo a rischio da una maggiore distruzione nei mesi di agosto e settembre, quando il clima diventa più secco. I primi segnali, tuttavia, indicano che questi timori non si sono concretizzati.

La deforestazione in Amazzonia provoca la perdita di molte specie e dei loro habitat, ha un impatto negativo sulle popolazioni indigene e sulla loro salute, provoca incendi, aumento delle emissioni di CO2, erosione del suolo, inondazioni, desertificazione, inquinamento dei fiumi e dei terreni e altera negativamente il ciclo dell’acqua in tutto il mondo.

Il mese scorso il Brasile ha ospitato un importante vertice sulla foresta pluviale, in cui 8 Paesi amazzonici hanno concordato una serie di politiche e misure ambientali unificate per rafforzare la cooperazione regionale, ma non sono riusciti a concordare un obiettivo comune per porre fine alla deforestazione.

Lula ha puntato la sua reputazione internazionale sul miglioramento della posizione ambientale del Brasile. Ieri ha firmato la demarcazione di due nuove terre indigene, nell’ambito dei suoi sforzi per invertire alcune politiche messe in atto da Bolsonaro, che quando è stato in carica bloccò il riconoscimento delle terre. Il riconoscimento delle due riserve indigene garantisce loro protezione legale contro le invasioni di taglialegna illegali, cercatori d’oro e allevatori di bestiame.

“Stiamo vivendo un momento nuovo, con politiche più assertive e una maggiore volontà politica a favore dell’Amazzonia”, ha affermato la direttrice del WWF-Brasile, Mariana Napolitano, aggiungendo che “serve ancora di più, tra cui la tracciabilità e la trasparenza nel commercio di bestiame, oro e altre materie prime”.

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