Il mordi e fuggi sul lago d'Iseo costa 8 milioni ai cittadini
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Il mordi e fuggi sul lago d'Iseo costa 8 milioni ai cittadini

Un successo? Presto per dirlo, certamente il costo di questa passeggiata è gigantesco.

Il Lago d'Iseo
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19 Giugno 2016 - 18.10


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Bici, traffico e polemiche. Tutti d’accordo sul successo dell’opera fluttuante on the lake di Christo? No. Per esempio gli ambientalisti pongono dubbi. “La società che gestisce The Floating Piers aveva annunciato di aver commissionato un piano della logistica alla società di consulenza Sistematica (la stessa che ha fatto il piano logistico per Expo 2015) alla fine di febbraio, ma a tutt’oggi questo studio non è ancora stato reso noto. È sicuramente un’operazione di marketing positiva per questo territorio, ma ci preoccupa la difficile gestione di un così gran numero di persone in un’area che presenta strade strette, carenza di parcheggi, strutture inadatte ad accogliere così tanta gente tutta insieme – sottolinea Dario Balotta, responsabile Trasporti di Legambiente Lombardia -. I rischi maggiori sono legati al notevole aumento del traffico, con conseguente congestione delle strade che portano verso il lago e l’aumento di inquinamento da emissioni dei veicoli a motore. Inoltre avendo il Prefetto di Brescia diramato l’ordinanza che vieta l’accesso a Sulzano in bicicletta per motivi di sicurezza della viabilità stradale, è di fatto venuta meno la sostenibilità dell’evento così pubblicizzata in origine, tanto che erano stati previsti parcheggi appositi per ospitare 70mila bici”.
I costi pubblici. All’inizio del progetto erano stati valutatati zero. E invece no, siamo arrivati a 3 milioni che la collettività dovrà pagare solo per trasporti, sanità, sicurezza, siti internet, cartellonistica, smaltimento alghe. Secondo Legambiente i costi di congestione a carico dei residenti che, secondo uno studio commissionato dal circolo locale di Legambiente, ammonterebbero a 8 milioni di euro.

I fautori però dicono: si tratta di marketing, in questi giorni il lago d’Iseo è all’attenzione nel mondo. Ma a quale prezzo? Il territorio non ha la vocazione dell’industria turistica, i visitatori affezionati sono stranieri che cercano un angolo di silenzio e di bellezza, non una situazione stile Rimini. Che cosa precede questa scelta? Un cambio di logica? Processi di cementificazione per far diventare un luogo turistico di massa quello che è sempre stato un luogo ameno? “Il nostro timore è che si sviluppi una formula di turismo mordi e fuggi che non farà bene né alla promozione delle bellezze del territorio né alla gestione dei flussi dei visitatori, che si accalcheranno in lunghe code in auto prima e in attesa di salire sulla passerella poi, solo mettere piede sull’opera e poi tornarsene a casa incastrandosi nuovamente nel traffico”, ha concluso Balotta.

 

 

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