Le canzoni di Herbert Pagani in scena e in un disco doppio della sorella Caroline
Top

Le canzoni di Herbert Pagani in scena e in un disco doppio della sorella Caroline

Intervista a Caroline Pagani che spazia tra canzoni e rappresentazioni teatrali attorno a Shakespeare, sulla condizione femminile, da Mobbing Dick a Misura per Misura

Le canzoni di Herbert Pagani in scena e in un disco doppio della sorella Caroline
Preroll

globalist Modifica articolo

25 Ottobre 2024 - 00.32


ATF

di Giordano Casiraghi 

Per una settimana è stata in scena al Teatro Franco Parenti di Milano, Caroline Pagani ha rappresentato lo spettacolo – concerto “Per amore dell’amore” un omaggio musicale, teatrale e multimediale all’opera del fratello Herbert Pagani di e con Caroline Pagani per la regia di Giuseppe Marini e con Giuseppe Di Benedetto al pianoforte, gli arrangiamenti di Alessandro Nidi. Lo spettacolo-concerto, che verrà replicato all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma il prossimo 1 marzo, racconta la figura poliedrica di Herbert il cantapittore, che cantava con la penna e disegnava con la voce e che faceva danzare insieme musica, poesia, canzone, radio, scenografia, scultura, pittura e teatro. Personaggio davvero speciale che ha avuto già negli anni Sessanta frequentazioni e collaborazioni con colleghi di tutto rispetto, da Giorgio Gaber a Edoardo Bennato fino a un Franco Battiato ancora in cerca di successo. Tanta differenza d’età, ma Caroline ha coltivato negli anni il desiderio di portare in scena uno spettacolo che lo rappresentasse al meglio, inserendo nel contempo tutto il bagaglio maturato come attrice. Il suo è un percorso a largo raggio, infatti al Teatro Lo Spazio di Roma ha portato in scena a inizio ottobre “Mobbing Dick”, uno spettacolo brillante, ironico, graffiante, fra comico e tragicomico, reale e surreale, sulla condizione delle artiste nel mondo dello show business. Tra serio e faceto, dramma e comicità esilarante, una riflessione su Eros e potere, ai tempi di Shakespeare così come nella nostra contemporaneità. Un teatro, un’attrice e un regista attraversano scene da Lucrezia Violata, Antonio e Cleopatra, Sogno di una notte di mezza estate, Romeo e Giulietta.
A novembre invece esce il suo album doppio dove reinterpreta le canzoni del fratello Herbert intitolato “Pagani per Pagani” dove sono raccolte le canzoni più significative, non necessariamente quelle più conosciute, mancano infatti le più leggere come “Cin cin con gli occhiali”  ma anche “Teorema” che, va sempre ricordato, deve molto del successo al testo che è di Herbert. Caroline esplora il vasto mondo cominciando da “Albergo a ore” con al pianoforte Danilo Rea, “Palcoscenico” e “Ti ringrazio vita” cover di “Gracias a la Vida” di Violeta Parra. Questi i tre brani che anticipano l’uscita del doppio album che contiene altre importanti collaborazioni: Fabio Concato in “Da niente a niente”, Shel Shapiro per “Porta via”, Giorgio Conte con “Ca fait trois Jours que j’ai pas fait l’amour”, “Un capretto” con Moni Ovadia. Oltre alle canzoni anche una cinquina di brani in prosa e poesia.

Leggi anche:  Lucio Corsi dalla Maremma a Sanremo con talento e poesia

L’intervista


Abbiamo raggiunto Caroline Pagani e gli abbiamo chiesto come mai dopo tanti anni dalla scomparsa è arrivato il momento di tornare a ricordare l’opera artistica di Herbert: “Mio fratello è scomparso a 44 anni e certamente aveva ancora cose da dire in campo artistico e soprattutto nel campo delle arti visive. Negli anni ha realizzato spettacoli teatrali come “Megalopolis” e nella sua casa laboratorio di Milano, una vecchia fabbrica dismessa, viveva e realizzava le sue opere rielaborando gli oggetti di scarto che raccoglieva e ne ricavava delle sculture con collage e assemblaggi utilizzando materiali di plastica, legno e metallo. Quando è scomparso una mostra postuma è stata allestita a Palazzo Diamanti a Ferrara e in San Carpoforo in Brera a Milano. Io ero piccola e mi ricordo che andavo a trovarlo e lo vedevo in attività nella costruzione di queste opere che si possono osservare sui cataloghi d’epoca, da lui stesso curati. Gran parte di quei materiali sono stati trasferiti a New York dal figlio”. 

Tornando al disco, già molto ricco, che tipo di lavorazione ha avuto e c’è qualche artista che non sei riuscita a coinvolgere? “Due anni fitti di lavoro per scegliere, assemblare, arrangiare e registrare, tra i nomi contattati uno che manca è Vinicio Capossela che si era detto molto interessato, ma i vari impegni non gli hanno permesso di esserci”.
Il mondo artistico di Caroline però è vasto e uno dei suoi spettacoli riguardano il mobbing, in che senso? “Mi è venuta come esperienza personale – continua Caroline Pagani – sapendo anche di altre attrici, ma qui escono i miei studi su Shakespeare, nel rapporto tra abusi di potere tra uomo e donna nella nostra società.
Caroline ha anche un’altro spettacolo che a novembre rappresenta al Teatro Sofia di Roma, “Luxuriàs. List in Lost”, sul femminicidio di Francesca da Rimini in chiave brillante, ambientato nella bolgia dei lussuriosi dove appare anche Moana Pozzi.

Native

Articoli correlati