Sfidando il regime: gli attori iraniani lottano per la libertà di espressione
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Sfidando il regime: gli attori iraniani lottano per la libertà di espressione

Lo scorso anno l'Iran ha visto l'ondata rivoluzionaria del movimento "Donne, vita, libertà". Molte attrici e molti attori hanno coraggiosamente sfidato le regole dell'hijab obbligatorio.

Sfidando il regime: gli attori iraniani lottano per la libertà di espressione
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15 Novembre 2023 - 19.16 Culture


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di Setareh Keyhani

Di fronte alle severe leggi sull’abbigliamento imposte dal regime iraniano, numerose attrici si sono trovate sospese dalle loro attività professionali, il risultato diretto del loro sostegno incrollabile ai diritti delle donne, alla vita e al movimento per la libertà, che hanno espresso con passione con la coraggiosa eliminazione dei loro hijab.

Per oltre quattro decenni, gli attori iraniani hanno dovuto fare i conti con l’insoddisfazione per il rigoroso codice di abbigliamento imposto dal governo. In Iran, le attrici sono legalmente obbligate ad aderire alle leggi hijab della Repubblica islamica; non solo nelle loro prestazioni professionali, ma anche nella loro vita personale. Il mancato rispetto di queste norme può comportare punizioni, tra cui divieti al lavoro e sospensioni delle riprese temporanee.

Questo ha portato i direttori a seguire meticolosamente queste leggi, sapendo che la non conformità potrebbe significare disastro finanziario per i loro progetti.

Lo scorso anno l’Iran ha visto l’ondata rivoluzionaria del movimento “Donne, vita, libertà”. Molte attrici hanno coraggiosamente sfidato le regole dell’hijab obbligatorio. Ketayoun Riahi, un’attrice di primo piano, ha guidato questo movimento simbolico, pubblicando una foto di sé stessa senza l’hijab. È stata prontamente arrestata, innescando una reazione a catena. Altri attori e cantanti, uomini e donne, si sono riuniti a sostegno e sono stati successivamente arrestati. Circa 100 artisti sono stati arrestati nell’ultimo anno.

Come risultato di queste misure repressive, alcuni artisti hanno scelto di lasciare l’Iran e cercare di emigrare in altri paesi. Recentemente è emersa una lista di 20 attrici femminili alle quali è stato vietato di comparire nei film.

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Un duro colpo per le professioniste, che non hanno perso il loro lavoro e la loro unica fonte di reddito, mantenendo, però, un posto prezioso nel cuore del pubblico iraniano. La loro assenza dal cinema iraniano, infatti, non è passata inosservata e l’industria cinematografica sta affrontando una grave crisi. Con le principali attrici bandite, i registi avranno meno opzioni per i loro film, potenzialmente impattanti sulla qualità dei ruoli interpretati. I film in cui queste attrici hanno recitato non saranno più trasmessi e anche i film attualmente in onda sono sottoposti a divieti.

Questa decisione minaccia di creare divisioni tra gli artisti e il loro pubblico, ma anche tra gli stessi attori divisi tra coloro che si oppongono al governo e coloro che invece lo sostengono.

I professionisti che sono stati rimossi dalla scena artistica – a causa del loro sostegno per il popolare movimento “Donne, Vita, Libertà” -stanno sempre più guadagnando il favore del pubblico. Alla luce delle recenti decisioni del governo riguardo al cinema iraniano, sembra che le pellicole sponsorizzato dallo Stato si allineeranno strettamente alle richieste avanzata, concordi con le leggi e gli obiettivi del regime.

Una decisione questa che innescherà una catena di problemi socio-culturali che colpiranno molte persone. Gli artisti che sono stati spinti fuori dal regno dell’arte per sostenere le persone e unirsi al movimento per la libertà delle donne si troveranno elevati agli occhi del pubblico.

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Defying Decades of Dress Code: Iranian Actors’ Struggle for Freedom of Expression

by Setareh Keyhani

In the face of the stringent dress code laws enforced by the Iranian regime, numerous actresses have found themselves suspended from their professional pursuits. This suspension comes as a direct result of their unwavering support for the women’s rights, life, and freedom movement, which they have passionately expressed by courageously shedding their hijabs.

For over four decades, Iranian actors have grappled with dissatisfaction over the strict dress code enforced by the government. In Iran, actresses are legally required to adhere to the hijab laws of the Islamic Republic, not only in their professional performances but also in their personal lives. Failure to comply with these regulations can result in punishments, including work bans and temporary filming suspensions. This has led directors to meticulously follow these laws, knowing that non-compliance could spell financial disaster for their projects.

In the past year, Iran has seen a surge in the “Women, Life, Freedom” movement. Many actresses have courageously defied mandatory hijab rules. Ketayoun Riahi, a prominent female actress, spearheaded this symbolic movement, posting a picture of herself without a hijab. She was promptly arrested, setting off a chain reaction. Other actors and singers, male and female alike, rallied in support and were subsequently detained. Approximately 100 artists have been arrested over the past year.

As a result of these repressive measures, some artists have chosen to leave Iran and seek migrate to other countries. Recently, a list of 20 female actresses surfaced, and their performance in cinema were banned. This has dealt a severe blow to these women, as acting is not just their profession but a source of income, and they hold a cherished place in the hearts of the Iranian public. Their absence from Iranian cinema is keenly felt, and the industry is facing a crisis. With leading actresses banned, directors will have fewer options for their films, potentially impacting the quality of roles portrayed. The films in which these actresses have starred will no longer be broadcast, and even currently aired films face potential bans.

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Furthermore, this decision threatens to create divisions between artists and their audiences. Artists will be divided into two groups: those who oppose the government and those who support it. Those who have been removed from the art scene due to their support for the popular “Women, Life, Freedom” movement have risen to a higher position in the eyes of the people. In light of recent government decisions regarding Iranian cinema, it appears that state-sponsored cinema will align closely with the regime’s demands, laws, and objectives.

As a result, this decision will trigger a chain of socio-cultural problems that will affect many people. Artists who have been pushed out of the realm of art for supporting the people and joining the women’s freedom movement will find themselves elevated in the eyes of the public.

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