Vivian Lamarque è la prima vincitrice del Premio Strega Poesia
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Vivian Lamarque è la prima vincitrice del Premio Strega Poesia

Il corpo votante "Amici della Poesia" ha decretato vincitrice l'opera di Vivian Lamarque, 'L'amore da vecchia', con 33 voti su 98.

Vivian Lamarque è la prima vincitrice del Premio Strega Poesia
Vivian Lamarque riceve il Premio Strega Poesia 2023 (Getty Images)
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6 Ottobre 2023 - 17.05 Culture


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La vincitrice della prima edizione del Premio Strega Poesia è stata annunciata: con la sua opera ‘L’amore da vecchia’ (Mondadori) Vivian Lamarque conquista il premio.

Negli ultimi anni, il Premio Strega ha ampliato il suo elenco di riconoscimenti che, concentrandosi sulla promozione della lettura, catturano l’attenzione di un pubblico sempre più diversificato e vasto. A distanza di dieci anni dalla creazione del Premio Strega Giovani e del Premio Strega Europeo, si aggiunge il Premio Strega Poesia, promosso in collaborazione con BPER Banca e il Parco Archeologico del Colosseo, da Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e Strega Alberti Benevento.

La poesia, connessa all’analisi di tematiche profonde e all’arte innata delle parole, ha mantenuto il suo rilievo sociale. Ciò è evidenziato dalla popolarità di raccolte poetiche, eventi di lettura e spettacoli di poetry slam, serie editoriali rinvigorite e la crescita del 20% nei titoli di poesia pubblicati (Rapporto AIE del 2022).

Inoltre, i social network hanno amplificato la diffusione dei versi poetici, coinvolgendo anche il pubblico giovane. Tuttavia, la poesia è una pluralità di esperienze che meritano riconoscimento. Il Premio Strega Poesia è nato, quindi, per evidenziare questa diversità e celebrare la produzione letteraria di alto valore nel mondo contemporaneo.

Vivan Lamarque è la prima vincitrice con 33 voti espressi su 98. La classifica è stata stilata dai membri degli Amici della Poesia, un gruppo di cento individui appassionati di cultura, con diversi legami con il mondo della poesia, tra cui anche i membri del Comitato scientifico del Premio: Maria Grazia Calandrone, Andrea Cortellessa, Mario Desiati, Elisa Donzelli, Roberto Galaverni, Valerio Magrelli, Melania G. Mazzucco, Stefano Petrocchi, Laura Pugno, Antonio Riccardi, Enrico Testa e Gian Mario Villalta.

La motivazione della vincita, redatta da Maria Grazia Caladrone, recita: “Se è vero che la poesia è un continuo approssimarsi a qualcosa che non sappiamo, Vivian Lamarque compie la sua approssimazione in libri di lievissima crudeltà come quest’ultimo, ‘L’amore da vecchia’. Con una grazia senza pietà, l’autrice trattiene il timbro cristallino dell’infanzia, arriva a mettere nero su bianco la rasserenante uguaglianza fra persona e persona. L’io poetico esposto da Lamarque desidera infatti essere un io collettivo, senza dichiarazioni gigantesche, scrivendo anzi di minime cose, trattando gli astri come cose comuni, avvicinando a sé la grandezza del cosmo per renderla abitabile, confidenziale, come sono elementari le cose reali. Ammesso che ne abbiano uno, compito dei poeti è soprattutto quello di segnalare il limite delle parole, costruire un erbario vivente di parole alle quali la terra del proprio pensiero e, soprattutto, della propria esperienza, dia nuova linfa. Parole che verdeggiano e rivivono dunque sulla pagina come verdeggiano e rivivono le piccole piante raccolte in luoghi strani come la tomba di Emily Dickinson”.

“Certo, – continua la motivazione – abbiamo paura del tempo che ci lascia morire, ma intanto possiamo far rivivere quello che mai è veramente morto, le parole comuni insieme all’erba, perché i poeti rubano senso e parole ai propri stessi sogni. Infine, Lamarque descrive la poesia come desiderio di mettere ordine alfabetico nel caos della vita, svelando così uno dei segreti emotivi della metrica, la necessità di sistemare in schemi sillabici il vivo e vitale disordine cosmico. Così, in una pirotecnica mischia di diminutivi, invenzioni, latinismi e rime interne, Lamarque mostra le cose come sono, con una nudità nella quale si specchiano i nostri segreti e le parole vivono, mosse dal vento leggero di un’invincibile, quasi mai disperata, vitalità”.

Seguono in graduatoria gli altri quattro finalisti, annunciati lo scorso maggio al Salone Internazionale del Libro di Torino: Umberto Fiori, ‘Autoritratto automatico’ (Garzanti), con 24 voti; Silvia Bre, ‘Le campane’ (Einaudi), con 17 voti; Stefano Simoncelli, ‘Sotto falso nome’ (Pequod), con 14 voti; Christian Sinicco, ‘Ballate di Lagosta’ (Donzelli), con 10 voti.

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