Maria José de Lancastre:"Le carte di Tabucchi che custodisco contengono gioielli che a suo tempo verranno alla luce"
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Maria José de Lancastre:"Le carte di Tabucchi che custodisco contengono gioielli che a suo tempo verranno alla luce"

Culture Globalist continua a ricordare il grande scrittore con un'intervista alla moglie di Antonio Tabucchi. L'Università di Siena lo celebra a dieci anni dalla sua scomparsa

Maria José de Lancastre:"Le carte di Tabucchi che custodisco contengono gioielli che a suo tempo verranno alla luce"
Antonio Tabucchi e Maria José de Lancastre a New York
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10 Aprile 2022 - 12.11 Culture


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di Laura Regardi

Il 25 marzo 2012 moriva Antonio Tabucchi, che è stato professore all’Università di Siena. A dieci anni dalla sua scomparsa il Dipartimento di Filologia e critica organizza una giornata per ricordarlo, con un seminario, un ricordo da parte di colleghi e amici, e con l’avvio di una serie di lezioni a cadenza annuale. La “Prima lezione Tabucchi“ sarà tenuta da Emanuele Trevi. L’iniziativa sarà introdotta da Pierluigi Pellini, direttore del Dipartimento,  e coordinata da Emmanuela Carbé. Sono previsti gli interventi di Maurizio Bettini, Roberto Francavilla e Riccardo Greco.  L’iniziativa si terrà nell’aula 468 del Palazzo San Niccolò, in Via Roma 56. Ci sarà una stanza virtuale dove sarà possibile seguire l’evento.
Clicca qui per il link della stanza virtuale

Culture Globalist continua a ricordare il grande scrittore con un’intervista a Maria José de Lancastre, moglie di Antonio. Si è laureata all’Università di Pisa, dove poi è stata professore ordinario in Letteratura portoghese, ha pubblicato, fra l’altro, un’edizione critica del dramma O Auto das Padeiras (in italiano Il dramma delle panettiere) e si è dedicata, insieme al marito, agli scrittori del modernismo portoghese.  Ha tradotto in italiano una parte significativa dell’opera di Fernando Pessoa e dei suoi eteronimi. 



Sono già passati dieci anni dalla scomparsa di Antonio. La sua figura e la sua opera sono ricordati in Italia e in altre parti del mondo proprio mentre, in questi giorni, l’invasione dell’Ucraina ad opera della Russia sconvolge tante vite. Viene da pensare a come gli intellettuali si stanno confrontando sull’argomento e, in questo quadro, si avverte la mancanza di una voce come quella di Antonio Tabucchi.
Molte persone mi contattano per dirmi che pensano ad Antonio e che sentono ancora di più la sua mancanza quando accadono avvenimenti che ci turbano e ci sconvolgono, sia in Italia, dove le questioni politiche sono sempre molto complesse, sia più in generale nel mondo, come è il caso adesso dell’invasione dell’Ucraina voluta da Putin. Ovviamente, Antonio non aveva una risposta a ogni problema o difficoltà, non si sentiva né voleva essere un “tuttologo”. Ma aveva però una mente lucida, rifletteva molto e aveva un approccio etico e democratico alle questioni umane. Per questo denunciava con forza le ipocrisie di certi politici, i pericoli delle deviazioni democratiche, e soprattutto ogni sopruso, ogni ingiustizia, “senza se e senza ma”.

La Feltrinelli, nel ricordarlo, presenta in particolare un’opera finora scarsamente conosciuta, ” Zig Zag. Conversazioni con Carlos Gumpert e Anteos Chrysostomidis”. È un inedito? E chissà quale miniera di testi ancor non conosciuti si nascondono nelle carte che lei custodisce.
Zig Zag è un libro inedito in Italia che contiene due lunghe e fondamentali interviste fattegli dai suoi traduttori e amici, uno spagnolo, Carlos Gumpert e un greco Anteos Chrysostomidis, il quale purtroppo non è più con noi. Entrambi hanno pubblicato le loro conversazioni con Antonio nei loro rispettivi paesi. La decisione dell’editore Feltrinelli di far tradurre ed accorpare queste conversazioni, in cui lo scrittore racconta di sé, della sua poetica, dei suoi rapporti con la scrittura e con gli autori verso cui sentiva delle affinità, dei suoi entusiasmi e delle sue idiosincrasie e in cui svela i segreti della sua officina, è davvero un’operazione meritoria, un dono per i lettori che amano e conoscono i libri di Tabucchi. Bisogna anche lodare i curatori di queste Conversazioni, Clelia Bettini e Maurizio De Rosa, i quali, attraverso una splendida traduzione, frutto anche dell’intimità che hanno con l’opera di Antonio, hanno saputo restituirci, integra, la sua voce in italiano.
Le carte che custodisco a Lisbona contengono alcuni gioielli che, a tempo debito, saranno svelati ai lettori.

Ecco: viene da chiederci a noi giovani che leggiamo le sue opere: perché le sue carte si trovano a Parigi, a Lisbona e non in Italia?
Non ci sono misteri: Antonio era uno scrittore europeo e ha vissuto in questi tre paesi come a casa propria. Anche se, purtroppo, negli ultimi anni, l’Italia, che tanto amava, è stata per lui fonte di sofferenza; del resto, anche in Francia, dove alla letteratura riservano uno spazio e una stima considerevoli, non ha esitato a polemizzare, ad attaccare il governo Sarkozy per gli editi contro il popolo Rom, o criticare duramente gli intellettuali più in vista che difendevano Cesare Battisti. Inoltre, mi piace sempre ricordare che la BnF è facilmente raggiungibile dai ricercatori di altri paesi che desiderino studiare le sue carte. E il fatto che i suoi manoscritti riposino alla BnF, accanto ai manoscritti di autori che aveva tanto amato, mi è sembrato che fosse davvero una cosa molto bella, anche dal punto di vista simbolico.

Lei ha curato molte opere di Fernando Pessoa. Passione che aveva in comune con suo marito: c’è un verso, un aforisma o una frase del poeta portoghese che le torna in mente più di altri in questo, per lei, particolare periodo dell’anno?
Forse due versi: “La morte è la curva della strada, /morire è solo non essere visto.”

Il ricordo è uno dei temi principali di Sostiene Pereira e di tante altre sue opere. Come il trascorrere del tempo. Quale importanza ha oggi, secondo lei, ricordare il passato? E quale pensa sia il modo migliore per far si che i giovani entrino a contatto con gli scritti di Antonio Tabucchi?
Ha ragione il dottor Cardoso a consigliare Pereira di abbandonare il passato e di frequentare il futuro perché la nostalgia di un passato reso immobile dal ricordo impedisce Pereira di aprirsi alla vita. Ma il passato rivisitato con lucidità arricchisce lo sguardo di chi guarda al futuro. Certo, oggi, tutto ci spinge a vivere in un eterno presente, e invece rubare tempo al presente per rivisitare la storia, per leggere i classici, antichi e moderni, per conoscere la letteratura, l’arte, la musica di tutti i tempi, le usanze e le tradizioni dei luoghi fornisce non banalmente una marcia in più, ma una maggiore apertura della mente, una migliore capacità di capire i nostri simili, di capire il mondo, e dunque di accrescere qualità come la tolleranza, il senso di giustizia, la compassione e così via.
I libri di Antonio ci sono, nelle librerie. E i giovani curiosi sapranno trovarli e scoprirli.

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