Il giorno in cui Frida Kahlo venne accusata dell’assassinio di Lev Trotskij
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Il giorno in cui Frida Kahlo venne accusata dell’assassinio di Lev Trotskij

Città del Messico, estate 1940. Frida Kahlo si trova in prigione, accusata di essere complice dell’assassinio del rivoluzionario russo Lev Trotskij. Tre anni prima i due sono stati amanti.

Il giorno in cui Frida Kahlo venne accusata dell’assassinio di Lev Trotskij
Frida Kahlo
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5 Luglio 2023 - 09.43


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di Orsola Severini

 

Città del Messico, estate 1940. Frida Kahlo si trova in prigione, accusata di essere complice dell’assassinio del rivoluzionario russo Lev Trotskij.

Tre anni prima i due sono stati amanti. Lei aveva 29 anni e lui 57, una relazione breve ma molto passionale che si riflette anche nella produzione artistica della pittrice, come nel celebre ritratto che la pittrice messicana fa del suo amante sovietico.

Sia Frida che suo marito, il celebre muralista Diego Rivera, sono sostenitori dell’ideologia marxista e del Partito Comunista messicano sin dal 1927. Influenzati dalla rivoluzione messicana all’inizio del secolo, sostengono il governo popolare anche attraverso la loro produzione artistica: Il murale di Rivera del 1928, The Arsenal, mostra la Kahlo con indosso una camicia dalla stella rossa, intenta a distribuire armi ai lavoratori con una bandiera con falce e martello nello sfondo.

Intanto in Unione Sovietica, nel 1924 Stalin succede a Lenin e si apre una rottura nel gruppo dirigente rivoluzionario che coinvolge diversi membri del PCUS. Ma le divergenze più aspre, e presto insanabili, contrappongono Stalin a Trotskij, che si oppone alla veloce burocratizzazione e alla collettivizzazione autoritaria voluta da Stalin. Nel 1933 accusa inoltre il Segretario sovietico di non aver contrastato l’avvento di Hitler e di aver abbandonato il partito comunista tedesco a sé stesso.

Bolscevico della prima ora, protagonista della prima rivoluzione del 1905 e comandante dell’Armata Rossa che sconfigge definitivamente gli zaristi nel 1917, Trotskij è un eroe della Rivoluzione di Ottobre e uno dei suoi protagonisti più amati. Eppure, a seguito dei contrasti insanabili con Stalin, viene espulso dal PCUS e costretto all’esilio. Inizia per lui e la sua famiglia una vera e propria peregrinazione in diversi Paesi, tra i quali Turchia, Francia e Norvegia.

In questo conflitto ideologico, Rivera si schiera dalla parte di Trotskij ed è proprio lui a convincere il presidente messicano Lázaro Cardenas ad offrirgli asilo politico in Messico: Trotskij e sua moglie Natalia Sedova arrivano a Tampico il 9 gennaio 1937 a bordo di una petroliera. 

All’epoca Rivera è malato, così è la Kahlo ad accoglierli al porto scortata da guardie armate e nasce subito una forte intesa tra i due. Kahlo e Rivera offrono ai Trotskij ospitalità nella loro seconda casa, ora nota come Casa Azul, che era protetta da guardie, barricate, finestre coperte e sistemi di allarme. La Sedova ricorda con affetto il suo arrivo in Messico in una lettera ad un’amica: “Si respirava aria fresca mentre passeggiavamo nei campi di palme e cactus di Città del Messico. Finalmente siamo arrivati in una casa blu, un cortile pieno di piante, stanze ben ventilate, collezioni di arte precolombiana, dipinti da tutto il mondo: eravamo su un nuovo pianeta, nella casa di Rivera.”

Le due coppie si frequentano assiduamente e nasce così la storia d’amore tra la pittrice e il rivoluzionario sovietico: lui infila bigliettini amorosi scritti in inglese, lingua sconosciuta alla moglie di Trotskij, nei libri che presta alla Kahlo come consigli di lettura. Tuttavia, nonostante la discrezione degli amanti, la Sedova scopre presto l’avventura e dà al marito il classico ultimatum: “me o lei”, come sottolinea lo studioso Gerry Souter nel suo libro del 2014 Rivera. Sembra tuttavia che sia la pittrice a interrompere la storia d’amore, l’attrazione fisica che nutriva nei confronti di Trotskij si è esaurita.

Man mano che il potere di Stalin si consolida, i sostenitori di Trotskij diminuiscono e i suoi nemici si moltiplicano. Nel 1939, perfino Kahlo e Rivera diventano stalinisti a loro volta, voltando così le spalle al loro protetto.

Infatti, Frida prende sempre più le distanze da Lev Trotskij, benché questi cerchi in tutti i modi di riaccendere la relazione con l’artista, scrivendole diverse volte e pregandola di prestargli aiuto. Lettere alle quali la donna non risponde mai.

Il 20 agosto 1940, Ramón Mercader, un agente segreto sovietico di origine spagnola, uccide Trotskij con un punteruolo da ghiaccio a Città del Messico. Kahlo aveva incontrato l’assassino a Parigi un anno prima, in circostanze ancora poco note, e per questo viene arrestata con l’accusa di essere complice nell’omicidio. Viene tuttavia rilasciata nei giorni successivi per insufficienza di prove e non viene più dato seguito alla vicenda che rimane ad oggi avvolta in un alone di mistero.

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