Nella Notte, così Concita De Gregorio fa a pezzi gli squali delle due Repubbliche
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Nella Notte, così Concita De Gregorio fa a pezzi gli squali delle due Repubbliche

Un romanzo all'apparenza di fantapotere, strutturato su più piani narrativi. E poi vi troverete a riconoscerli i protagonisti di questo gran teatro amaro che è diventato la politica nel nostro Paese

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10 Giugno 2019 - 19.18


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Sono diversi, sfaccettati i piani in cui si muovono i personaggi che popolano questo romanzo di Concita De Gregorio. Si intitola “Nella notte”, lo edita Feltrinelli. C’è una storia, una storia di potere che ha un aspetto di giorno ma che nella notte assume altri contorni, significati, sviluppi. L’emerso e il sommerso, il detto e il non detto, l’evidente e il sottaciuto. L’isola e sotto l’oceano con i pesci palla e i grandi squali, le meduse e i gamberetti. Un circo acquatico, sotto il pelo dell’acqua, che disperatamente, pervicacemente ondeggia, si muove in sincrono a caccia della propria pastura.

Un proverbio siciliano recita: “Cose fatte di notte, hanno per testimoni solo le stelle”.
Nella notte, nelle tante notti subite dal nostro Paese accade che un candidato per la poltrona di Presidente della Repubblica venga estromesso dal gioco, che un uomo politico in ascesa venga fotografato nel boudoir di una trans, che un altro venga silurato dalla sua stessa coalizione, massacrato per nulla.

Vi ricorda qualcosa?

Nella notte del web, nel profondo della Rete, ci sono gruppi criminali, di propaganda, che attraverso algoritmi, macchinazioni, indirizzano scelte elettorali, personali, preferenze, gusti. Ci sembra di partecipare al grande Carnevale dei social: in realtà altri condizionano le nostre idee,  le plasmano. Soprattutto le usano. Ci usano. 

Nella notte si perfezionano strategie, omicidi, marchette, campagne di fango, giochi di ruolo, coalizioni impossibili di giorno tra destra e sinistra, ma che al buio diventano accettabili, preferibili, perfino legittime. Come certe Fondazioni che dietro, dietro la facciata – l’emerso – celano centri di dossieraggio.

E’ un romanzo forte quello di Concita De Gregorio, un thriller apparentemente di fantapolitica. In realtà le storie, i personaggi sono perfino riconoscibili, identificabili. 

Sono intorno a noi. Sono quelli che benpensano, per citare Frankie Hi-Nrg. “Sono tutti identici, guardali, stanno dietro a maschere e non li puoi distinguere. Come lucertole s’arrampicano,e se poi perdon la coda la ricomprano. Fanno quel che vogliono si sappia in giro fanno. Spendono, spandono e sono quel che hanno”.

Sono la punta dell’icerberg, sono arrivati e siedono in cima alla montagna. Quella che ci sfugge, non vediamo più, impegnati come siamo a commentare in ogni nanosecondo la polemica del giorno, il caso del giorno, ovvero la pastura che ci lanciano, lanciano a noi, pesci rossi nelle vasche. Guarda, oh guarda su, c’è un asino che vola, una scimmia che fa le bolle con il sapone.
Ieri la strategia della tensione, oggi la distrazione di massa. E di notte si tirano i fili, le fila, si fanno i conti che contano.
Nel libro ci sono, schierati, da un lato il partito dei Giusti, dall’altro quello delle Pantofole, e di traverso quello dell’informazione. Stessa fame di potere: identica. Vorace e onnivora. E dunque senza limiti. Chi non ne fa parte è escluso, chi non ne conosce le regole perfino cannibali è estromesso dalla partita. E la partita si gioca attraverso l’arma dei ricatti: io so che tu sai che io so.  Vittime senza scampo, carnefici senza scrupoli. La rete. Pesca a strascico. Nella rete si muore per soffocamento. 

 

Soldi, sesso, segreti. Ovvero le regole del potere.

La scrittura è febbrile, tesa, la narrazione dei personaggi è da gran teatro elettrico, apocalittico. Il “drama” greco che incombe sulla testa degli incolpevoli.
Più storie sovrapposte. La voce di Nora, 30 anni appena, che ha studiato tanto, e crede le sia sufficiente per affrontare Roma, per indagare, per capire cosa accadde in una delle Notti della Repubblica, chi ne fu il regista, e si ritrova a mettere in dubbio l’autenticità perfino della sua migliore amica, Alice.
Nora, metà cronista e metà talento, anima bella mentre il mondo attorno a lei cade a pezzi, si frantuma come una gigantesca meringa. Restano solo briciole. Briciole. Polvere bianca, cioè.

E quando accade, quando accade che il caos danzante e furioso prende il sopravvento, quando il potere con un colpo di coda è pronto a spazzare via tutto, Concita De Gregorio, quasi per alzare la testa dalla melma, dalla pastura di squali e meduse, inserisce pezzi di vita così commoventi: lettere, il padre di Nora D. che muore e la saluta con parole scolpite e preziose, l’epistolario amorevole con la sorella della protagonista, sguardi di stupore, di meraviglia, di bellezza, sguardi di giorno.

Concita è cronista politica da trent’anni. Ci restituisce in questo libro così amaro, amarissimo, graffiante, a tratti ironico da far male, l’affresco di un Paese che si illude spesso sia arrivata la fine del peggio, senza capire che è invece l’inizio di un’altra tragedia. Trasforma in gioco narrativo, in citazione  il tramonto della politica e le fauci del potere.
C’è però chi sopravviverà, ancora una volta. A dispetto delle notti. C’è chi si prenderà il lusso di dormire, di notte. Per dire no, di giorno.

Nella Notte verrà presentato il 14 giugno a Roma, ore 18, presso Moby Dick,  l’hub culturale in via Edgardo Ferrati 3 a Garbatella. E poi a Tor Bella Monica, a Roma 70, a Napoli….

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