Kenneth Smith sarà ucciso con l'azoto: la Corte Suprema degli Stati Uniti respinge il ricorso
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Kenneth Smith sarà ucciso con l'azoto: la Corte Suprema degli Stati Uniti respinge il ricorso

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha respinto la richiesta di impedire all'Alabama di procedere con l'esecuzione di una persona mediante l'utilizzo di azoto, segnando così un precedente storico nella giustizia americana.

Kenneth Smith sarà ucciso con l'azoto: la Corte Suprema degli Stati Uniti respinge il ricorso
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25 Gennaio 2024 - 00.10


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La Corte Suprema degli Stati Uniti ha respinto la richiesta di impedire all’Alabama di procedere con l’esecuzione di una persona mediante l’utilizzo di azoto, segnando così un precedente storico nella giustizia americana.

Il caso in questione riguarda Kenneth Smith, condannato per omicidio e già sopravvissuto a un tentativo di iniezione letale fallito nel 2022. I giudici hanno rifiutato di esaminare la tesi avanzata dai suoi avvocati, la quale sosteneva che un secondo tentativo di esecuzione, dopo i traumi causati dal fallimento del primo, costituirebbe una violazione delle protezioni dell’ottavo emendamento della Costituzione, che proibisce punizioni crudeli e inusuali.

Giovedì l’Alabama diventerà dunque il primo Stato americano a giustiziare un detenuto costringendolo a respirare azoto puro in una maschera. Un metodo approvato anche in Mississippi Oklahoma, ma finora mai utilizzato e considerato dai veterinari inaccettabile anche come forma di eutanasia per gli animali. All’esecuzione di Smith potranno assistere cinque giornalisti.

Il caso del condannato a morte Kenneth Smith

 Il 59enne Kenneth Smith si trova nel braccio della morte nella prigione di Holman da 34 anni, per aver ucciso nel 1988 Elizabeth Sennett su commissione del marito, un pastore con debiti che voleva riscuotere il premio dell’assicurazione e che poi si è suicidato. Al processo con 11 voti a favore e un solo contrario, la giuria decise per l’ergastolo, ma il giudice annullò la decisione e inflisse la pena capitale.

Perché e come è fallita la prima iniezione letale

 Il primo tentativo oltre un anno fa con un’iniezione letale andò male, trasformandosi in una vera tortura: gli operatori gli trafissero mani e braccia per più di un’ora con la siringa ma non riuscirono a trovare la vena, sospendendo l’esecuzione per il rischio di non riuscire a rispettare i tempi previsti. A mezzanotte di quel giorno, infatti, era scaduta l’applicabilità della condanna a morte. Ora l’Alabama ci riprova con un metodo alternativo mai sperimentato prima: l’ipossia da azoto.

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