Mohammed Balousha, giornalista del canale televisivo Al Mashhad, di proprietà degli Emirati Arabi Uniti, ha raccontato al Washington Post di essere stato colpito alla coscia mentre stava filmando un servizio vicino a casa sua a Gaza sabato pomeriggio. Balousha ha detto di indossare il casco e il distintivo della stampa al momento dell’attacco.
Il giornalista ha raccontato di essere rimasto privo di sensi per circa 20 minuti dopo essere stato colpito e che gli ci sono volute sei ore per raggiungere il secondo piano di casa sua, dove aveva un kit di pronto soccorso. È stato poi trasferito “su una tavola di legno attaccata a una sedia a rotelle” in una clinica locale e poi in un altro centro sanitario, dove gli è stata diagnosticata una doppia frattura alla coscia.
Balousha aveva bisogno di un intervento chirurgico, che poteva essere eseguito solo all’ospedale al-Ahli, l’ultima struttura operativa funzionante nel nord di Gaza. L’ambulanza che lo trasportava è stata però costretta a tornare indietro perché la strada verso l’ospedale era bloccata dai carri armati israeliani. Senza altre opzioni, Balousha è tornato a casa.
Il giornalista ha accusato Israele di averlo preso di mira deliberatamente come giornalista. “Indossavo tutto per dimostrare che ero un giornalista”, ha detto al Post, “ma mi hanno preso di mira deliberatamente e ora sto lottando per ottenere le cure necessarie per preservare la mia vita”.
Balousha aveva precedentemente diffuso la notizia secondo cui quattro bambini prematuri lasciati all’ospedale pediatrico di al-Nasr erano morti e i loro corpi si erano decomposti, dopo che Israele aveva costretto il personale dell’ospedale a evacuare senza ambulanze.